
03/05/2025
Le Rose di Maggio
Maddalena aveva acquistato il Casale delle Rondini per istinto. C’era qualcosa, in quella rovina seminascosta tra le colline, che le parlava sottovoce. Non era nostalgia — era come una promessa sussurrata da una voce che non ricordava di conoscere.
Per mesi lo restaurò pietra dopo pietra, con le mani, con il cuore. Nessun dettaglio fu lasciato al caso. Quando gli operai se ne andavano, lei rimaneva. Camminava tra le stanze vuote, toccava i muri, annusava l’odore del legno umido. Non sapeva bene perché. Solo che doveva.
Fu una sera di aprile che trovò la scatola.
Era nascosta dietro una parete smontata della vecchia stalla, chiusa con uno spago sottile. Dentro, tra vecchie chiavi arrugginite e pagine di quaderno sbiadite, c’era una fotografia. Una donna, giovane, seduta proprio dove ora finiva il prato, accanto a una siepe d’alloro. Alle sue spalle, il cespuglio — vivo, in fiore. Rose gialle, abbondanti, come piccoli soli.
La donna non sorrideva. Ma guardava l’obiettivo con uno sguardo fermo, familiare. Sul retro della foto, a matita, una scritta sbiadita:
“Le rose fioriscono solo quando qualcuno ascolta.”
Il cespuglio, adesso, era un groviglio di spine. Era lì da anni, silenzioso, secco. Aveva pensato di toglierlo, poi lo aveva lasciato. Non sapeva perché.
Il primo maggio arrivò con il canto delle rondini e l’erba ancora bagnata di rugiada. Maddalena scese in giardino presto, guidata da un presentimento. E lo vide.
Le rose.
Erano lì. Gialle. Aperte. Perfette.
Profumavano di miele, sole, e qualcosa di più antico. Maddalena si inginocchiò accanto al cespuglio, la fotografia ancora in tasca. Notò allora una pietra affiorare dalla terra, come se la pioggia l’avesse riportata in superficie. La liberò con le dita. Una parola era incisa:
“Ascolta.”
Da quel giorno, ogni maggio, le rose rifioriscono. Sempre il primo giorno, sempre nel silenzio, sempre senza preavviso.
La fotografia è ora appesa nell’ingresso del casale, vicino alla porta. Chi entra spesso la fissa per un istante più lungo del necessario, come se ci fosse qualcosa da capire.
E chi resta una notte, giura di sentire, nel silenzio del crepuscolo, una voce lieve tra le fronde: