Wee Art Tour

Wee Art Tour � Visite guidate a mostre e musei
� Tour in città
� Laboratori didattici
� Viaggi cultural

Donne & Arte.Di sicuro è un argomento trattato da moltə.Non sono la prima e nemmeno sarò l’ultima a tenere una conferenz...
20/03/2025

Donne & Arte.
Di sicuro è un argomento trattato da moltə.

Non sono la prima e nemmeno sarò l’ultima a tenere una conferenza sul ruolo della donna nel mondo dell’arte contemporanea.

Perché in fondo essere storica dell’arte e guida turistica prevede anche questo: parlare di temi già raccontati da altri ma che - come è evidente dagli avvenimenti degli ultimi anni - sono necessari.

È necessario ricordare artiste che hanno dato voce ai loro pensieri attraverso pennellate, colori, installazioni, performance, poesie e sculture.
È necessario raccontarlo ad un pubblico diverso ogni anno, perché ci sono persone che faticano ad uscire dal loro comune di residenza, e portare a casa loro storie nuove fa sempre bene.
È necessario per me fare un esercizio di revisione ogni volta che apro il file con le immagini, perché ci sono sempre nuove artiste e nuovi stimoli da narrare.

Ringrazio il che mi ha chiesto di partecipare ad una serie di iniziative legate all’8 marzo e vi aspetto venerdì 4 aprile 2025 alle ore 18:30 presso la Sala Civica Morvillo.

E se vi capita di passeggiare per le vie di Triuggio, fermatevi a dare un’occhiata ai manifesti e leggete le parole delle artiste: ne parleremo insieme in conferenza!

Concludiamo questo febbraio con i prossimi appuntamenti con l’arte e la storia.Qui c’è bisogno di sole!Prenotatevi!Nb: i...
28/02/2025

Concludiamo questo febbraio con i prossimi appuntamenti con l’arte e la storia.

Qui c’è bisogno di sole!
Prenotatevi!

Nb: in collaborazione con Sottinsù !

15/02/2025
Quando un viaggio può cambiare la storia.Miksa Roth, il cui nome per noi italiani suona come il titolo di un album dei R...
14/02/2025

Quando un viaggio può cambiare la storia.

Miksa Roth, il cui nome per noi italiani suona come il titolo di un album dei Rammstein, è stato il più importante maestro del vetro e del mosaico ungherese.

Figlio e nipote d’arte, inizia il suo apprendistato nella bottega del padre, muovendo i primi passi tra committenze minori.

Ad un certo punto Miksa decide di prendersi del tempo per una formazione personale, intraprendendo un viaggio in Europa: si innamora delle opere dei Pre-Raffaelliti, studia le teorie di William Morris, fa tappa a Venezia affiancando degli esperti per affinare la tecnica del mosaico.

Insomma, il viaggio come formazione.
Torna a Budapest con una valigia colma di spunti, suggestioni e oro negli occhi.
E qui inizia la scalata al successo.

Solo a Budapest più di 50 edifici portano la sua firma, dal Parlamento a palazzi privati, si cui cura sia vetrate che decorazioni murali a mosaico.

Non si ferma qui: viene chiamato oltreoceano e lavora per il Teatro Nazionale di Città del Messico.

Se siete in città, fate un salto a Nefelejcs Urca, dove si trova la sua Casa Museo, il !
Ci ho portato le bambine ( nell’ultima foto leggete la loro recensione onesta)

Date un’occhiata ai miei scatti: chi non vorrebbe avere delle vetrate così?


48 ore a Budapest.Voto: 7.5Mi aspettavo di più.Mi ha dato la sensazione di essere la zia coatta che ti si siede accanto ...
11/02/2025

48 ore a Budapest.
Voto: 7.5

Mi aspettavo di più.
Mi ha dato la sensazione di essere la zia coatta che ti si siede accanto al pranzo di Natale.
Quella con gli orecchini luccicanti, un anello con brillocco ad ogni dito e la pelliccia leopardata.

L’eleganza asburgica di cui tanto mi hanno parlato non l’ho trovata, anzi, direi ne ho visto una br**ta copia.
Ho trovato una città da visitare letteralmente con il naso all’insù, dove però palazzi eleganti in stile Liberty e Art Decó stridono con quelli ricostruiti negli anni ‘70 dello scorso secolo.
Un mix and match che fatico a digerire.

Cercavo il Medioevo ma ho trovato il Revival.
La città di Buda arroccata sulla collina offre una vista indimenticabile, così come sono memorabili le vetrate e le pitture murali della chiesa di San Mattia e quel parco giochi ai piedi delle mura.
Peccato che sia tutto finto.
E a me di Medioevo piace quello vero, quello antico, coi muri scrostati e le sculture levigate dal tempo.

L’ho trovata una città facilissima da visitare, grazie ad un sistema di trasporti eccezionale (partivo prevenuta e mi sono riscoperta una fan della metro stile soviet e dei bus) che ti permette di incantarti davanti alle opere di street art disseminate ovunque.

Cosa mi è rimasto nel cuore? Un paio di paesaggi innevati fiamminghi nel Museo di Belle Arti, il balconcino che affaccia sul presbiterio di San Mattia e il Roth Museum, ovvero il museo dedicato al più importante artista del vetro dell’Ungheria.

Sono contenta di averla visitata? Certo che si!
Ci tornerei? Solo per godermi le terme senza figlie.

Ps: nel primo commento vi lascio la descrizione delle foto!

Promemoria: guardare Conclave di Edward Berger.📸📸📸Sala Regia del Vaticano.Battaglia di Lepanto di Giorgio Vasari.       ...
31/01/2025

Promemoria: guardare Conclave di Edward Berger.

📸📸📸
Sala Regia del Vaticano.
Battaglia di Lepanto di Giorgio Vasari.

Un diario fatto di immagini, parole dal potere grafico, suggestioni musicali.  Questo è “ Vita? o Teatro?” prima e unica...
27/01/2025

Un diario fatto di immagini, parole dal potere grafico, suggestioni musicali.

Questo è “ Vita? o Teatro?” prima e unica opera di Charlotte Salomon.

Ho raccontato di lei e della sua storia giovedì scorso, davanti ai soci del Lions Club di Cernobbio e Monticello.

Abbiamo letto la sua vita sfogliando le oltre 700 gouaches che ha dipinto tra il 1940 e il 1942, nella casa vicino a Nizza che l’ha ospitata durante le persecuzioni naziste.

Lei, che aveva appena iniziato una nuova vita con suo marito Alexander Nagler, trova la morte ad Auschwitz il 10 ottobre 1943, incinta di pochi mesi.

Lei, che nacque con un fantasma dietro le spalle: la zia che portava il suo stesso nome ritrovata nel fiume

Lei, che aveva affrontato la perdita della madre e della nonna, scoprendo ormai adulta che la depressione si era portata via anche loro.

Lei, che decise di non farsi trascinare nell’oscurità di questa malattia, ma si fece forza e ne uscì grazie ai suoi colori, ai suoi pennelli.

Poi, ad un tratto, un’altra ombra scura si abbatte sulla sua famiglia e su molte altre, con l’unica colpa di essere di fede ebraica.

La deportazione, il rilascio, la fuga, la separazione dal padre e dalla matrigna.
Nel mezzo: i viaggi in Italia, il primo innamoramento con un uomo più grande, l’ingresso all’Accademia di Belle Arti di Berlino, pittura dal vero.

Ci sono dei fiori in questa foto accanto al romanzo che aiuta la lettura del lavoro, dei fiori per lei, per la sua storia, per il suo bambino mai nato, per coloro che hanno perso la vita per folli decisioni altrui.

Ci sono dei fiori, per la memoria, per il ricordo, per la celebrazione, per la vita.
 


“Senti Giovanni, puoi farmi un ritratto del buon vecchio sciur Rotta anche se è già bello che m*rto?”“Ma certo! Mi basta...
24/01/2025

“Senti Giovanni, puoi farmi un ritratto del buon vecchio sciur Rotta anche se è già bello che m*rto?”
“Ma certo! Mi basta una fotografia e se non li avete buttati, anche un paio di vestiti lisi.”

Detto fatto.
Giovanni Segantini se ne sta comodo nel suo studio in Svizzera e dipinge Carlo Rotta passato a miglior vita ormai 40 anni prima.

Se lo immagina seduto alla scrivania e, visto che Giovanni si nutre del vero e del reale, usa il suo scrittoio personale come modello.

Sullo sfondo, oltre la finestra, si intravede una barella chiusa in un baldacchino, che richiama quelle usate alla Ca’ Granda, l’ospedale più importante di Milano, a cui il Rotta lascerà una cospicua somma di denaro.

Ecco spiegato il motivo per cui abbiamo un (rarissimo) ritratto di mano di Segantini all’interno della collezione dei ritratti dei benefattori della Ca’ Granda, che potete visionare gratuitamente nel piccolo museo a cui si accede da Via Francesco Sforza.

Da vicino si nota la luminosità dell’opera pittorica, dovuta ad una raffinatezza di Segantini: mescola la polvere d’oro ai pigmenti che, stesi con la tecnica divisionista risultano ancora più brillanti.

Scusate eh, ma solo a me la lampada sulla scrivania ricorda quella ad olio nella stalla delle Due Madri? 👉🏻👉🏻👉🏻
 

POV: una domenica mattina di gennaio al
Cimitero Monumentale.Questo è solo un post di apprezzamento per quei capolavori ...
14/01/2025

POV: una domenica mattina di gennaio al
Cimitero Monumentale.

Questo è solo un post di apprezzamento per quei capolavori di arte, moda, storia e dettagli che vi attendono tra i riparti del cimitero più bello di Milano.

E c’è un’idea che mi stuzzica per tuttə coloro che amano la fotografia.

e vediamo se riesco ad organizzare una caccia fotografica per voi!
 

Che ci fa una chiesa incastrata tra edifici contemporanei a pochi passi dal Castello Sforzesco?Mettetevi comodi perché è...
10/01/2025

Che ci fa una chiesa incastrata tra edifici contemporanei a pochi passi dal Castello Sforzesco?

Mettetevi comodi perché è una storia alquanto bizzarra, i cui protagonisti sono i longobardi, poi Napoleone, il pittore Pelagio Palagi e infine la comunità ortodossa di Milano.

Nel 770 Ansa, moglie di Desiderio re dei Longobardi fonda un monastero di clausura, la cui chiesa verrà ampliata nel XII secolo.

Miracolosamente si salva dalle soppressioni austriache, ma le monache non possono fare nulla di fronte a quelle napoleoniche; la chiesa quindi viene spogliata delle sue opere d’arte e trasformata in un deposito.

Da quel momento la chiesa cambierà funziona più volte: da studio dell’artista Pelagio Palagi, a magazzino e ancora suddiviso in locali per il Cinema Dante.

Nel 1964 la chiesa viene completamente demolita, per lasciare spazio ad alti edifici ad uso ufficio.
La facciata viene traslata all’incrocio tra Via Giulini e via Porlezza e diventa l’ingresso della chiesa dei Santi Sergio, Serafino e Vincenzo di rito ortodosso.

Ciò che resta degli affreschi dell’antico monastero è ospitato nella Pinacoteca del Castello Sforzesco.

è la chiesa più corta di Milano: infatti ha una superficie di soli 72 m², lunga sei metri e larga dodici.
 

Se c’è un artista che abbia caratterizzato appieno il primo Rinascimento, quello senza dubbio è Sandro Botticelli.Inizia...
08/01/2025

Se c’è un artista che abbia caratterizzato appieno il primo Rinascimento, quello senza dubbio è Sandro Botticelli.

Inizia nella bottega di Filippo Lippi, dipingendo madonne e opere di soggetto sacro, poi insegue l’amore per l’arte classica che nasce proprio alla corte dei Medici dopo il suo viaggio a Roma, infine trascorre gli ultimi anni della sua vita abbracciando i precetti di Savonarola.

Insomma, un artista che è sempre rimasto fedele a se stesso pur modificando soggetti e scelte iconografiche.
D’altronde ci insegna che solo gli stupidi non cambiano mai idea.

Al fino al 2 febbraio, potrete vedere (da vicinissimo) l’Adorazione dei Magi di Botticelli degli Uffizi.

Un’occasione unica per godere da vicino dei meravigliosi dettagli di vesti e acconciature, sguardi inquisitori e gesti eleganti.

La pala nasce per “riscattare” moralmente Gaspare di Zanobi del Lama, cortigiano della famiglia dei Medici e banchiere, agli occhi del popolo percepito alla stregua di un usuraio.

Per celebrare se stesso e la famiglia Medici, chiese al pittore di inserire tra i personaggi nel dipinto ritratti dei fiorentini più illustri.

Un esempio?
I tre Re Magi sono Cosimo de’ Medici e i figli Piero il Gottoso e Giovanni, poco distanti ci sono Lorenzo il Magnifico e Giuliano de’Medici
Il committente si trova nel gruppo di destra, vestito di azzurro con capelli bianchi corti, mentre aggancia con lo sguardo l’osservatore.
L’altro fanciullo che volge lo sguardo verso di noi potrebbe essere l’autoritratto di Botticelli.

Insomma, l’artista dipinge un bel ritratto di famiglia, o meglio, scatta una foto di gruppo del meglio della borghesia e della nobiltà fiorentina, raccontando ancora una volta che l’arte è politica, anche se mascherata da opera religiosa.

Se vi ho incuriosito e volete saperne di più, vi aspetto sabato 25.01 alle ore 10:30.
Oltre all’opera di Botticelli vi racconterò del meraviglioso presepe di carta del Londonio e della storia della Ca****la Portinari in Sant’Eustorgio.

Colleghe speciali!
02/01/2025

Colleghe speciali!

🎀 Mia figlia durante questo 2024 è venuta più volte con me al lavoro ed era presente anche il giorno in cui abbiamo costituito !!! 💪🏻
📸 Eccola qui la foto di rito, immediatamente dopo la firma, con le mie fantastiche colleghe, donne affidabili e instancabili.
🤝🏼Anche se già da qualche anno lavoravamo insieme a gennaio 2024 abbiamo ufficializzato la nostra collaborazione, pensando “vediamo come andrà…”
🎯E già questo primo anno è andato molto bene! È iniziato fornendo i servizi di visite guidate e le attività didattiche alla mostra di Miró a Monza (sulla scia delle altre mostre aperte al Serrone in cui già lavoravamo gomito a gomito) e si è concluso con l’avvio della collaborazione tra Sottinsú e il . 💙
🖼️Ci occupiamo di didattica per le scuole e parliamo di arte e storia agli studenti, dai più piccoli e super curiosi, agli adolescenti da coinvolgere utilizzando la “chiave” giusta.
🏋🏻‍♀️Durante quest’anno ci siamo date un gran da fare e abbiamo lavorato s**o, cercando sempre di incuriosire i nostri giovani visitatori, di destreggiarci tra le prenotazioni dei musei e di gestire le segreterie delle scuole..😜
💫Augurandoci un 2025 ricco di scuole, attività didattiche e idee pazzesche, vorrei intanto ringraziare le mie compagne di viaggio: .bortuz , le nostre famiglie che ci supportano (e sopportano) e che mi e ci ha dato fiducia fin dai primi passi in questa avventura!

Domenica iniziano i saldi?E voi scappate al museo!O meglio, mettetevi in fila davanti a Palazzo Marino!La Madonna di San...
02/01/2025

Domenica iniziano i saldi?
E voi scappate al museo!

O meglio, mettetevi in fila davanti a Palazzo Marino!

La Madonna di San Simone vi aspetta nella Sala Alessi del Municipio di Milano fino al 12 gennaio.

Per poterla visitare basta mettersi in fila in Piazza Scala, attendere il vostro turno ed ascoltare la visita guidata gratuita che vi racconterà la genesi dell’opera, la particolare tecnica e vi permetterà si vedere da vicino un’opera che solitamente se ne sta alla Galleria Nazionale delle Marche di Urbino.

Non siete soddisfatti?
Nel pacchetto vi beccate pure un presepe napoletano del ‘700, il gonfalone di Sant’Ambrogio e pure un grazioso disegno del Barocci proveniente dal Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco.

La grande pala raffigura una Madonna col Bambino tra i Santi Simone (appoggiato alla sega che gli tolse la vita) e Giuda (che stringe un’alta alabarda).

Oltre al passaggio dipinto nei dettagli, spicca quello strano doppio ritratto in basso a destra: si tratta del ritratto dei donatori.
Sono stati dipinti su carta, poi applicata su tela!

Dai forza, è un’ottima pausa dallo shopping sfrenato!
(Date un’occhiata all’ultima foto per un effetto WOW!)

Se dovessi scegliere tra i regali più belli che mi sono fatta quest’anno, sicuramente nella mia top 5 c’è la giusta alla...
24/12/2024

Se dovessi scegliere tra i regali più belli che mi sono fatta quest’anno, sicuramente nella mia top 5 c’è la giusta alla chiesa di Santa Maria Antiqua al Foro Romano.

Che ci fa una chiesa cattolica nell’area archeologica più importante di Roma?

La parola d’ordine del Medioevo è il REIMPIEGO amici miei! Ve li dico sempre!

Quando nel 552 i Bizantini presero potere a Roma, riadattarono un’aula rettangolare di un vecchio palazzo imperiale nel cuore del Foro per trasformarla in una ca****la palatina dedicata alla Madonna.
Passati 300 anni viene abbandonata e poi nel 1617 la trasformano nella chiesa di Santa Maria Liberatrice al Foro Romano, abbattuta successivamente nel 1899 per permettere ai restauratori di far rinascere la vecchia chiesa altomedievale

Si, va bene, basta con nomi e date.
Cosa c’è da vedere?

Per una fan del medioevo come me, è semplicemente il paradiso: 250 metri quadri di affreschi (anche se in origine erano 1000) dipinti tra la metà del VI e del IX secolo, il tutto scoperto nel 1901!

Nella cosiddetta “parete palinsesto”, sono presenti 6 strati di affreschi che hanno permesso agli storici di studiare l’evoluzione della pittura altomedievale di matrice bizantina a Roma: praticamente è un bigino illustrato di iconografia religiosa.

Cosa ha aiutato gli storici a circoscrivere la datazione oltre alle analisi chimiche?
La presenza negli affreschi di personaggi ritratti col nimbo quadrato azzurro sopra la testa, che veniva usato per indicare le persone viventi, mentre quello tondo giallo e oro è riservato a santi e martiri.
Quindi, incrociando agiografia e date di m*rte, ecco qui che abbiamo fatto bingo!

Piccolo plus per gli archeologi: nella Chiesa è conservato un sarcofago con le storie di Giona davvero incredibile!

Insomma, questo è stato uno dei regali più belli che questo 2024 mi ha fatto trovare sotto l’albero.
E il vostro?
Quale viaggio/museo/galleria d’arte avete finalmente visitato oppure vi ha lasciato senza fiato?

Scrivetemelo qui sotto!👇
E Buone Feste!
 

Bella la Galleria Vittorio Emanuele durante Natale, eh?Certo, ma se vi dicessi che la parte che preferisco sono le lunet...
18/12/2024

Bella la Galleria Vittorio Emanuele durante Natale, eh?

Certo, ma se vi dicessi che la parte che preferisco sono le lunette sotto la cupola ?

Le luci e la stella in cima all’albero, sono degna cornice di uno dei dettagli che mi incanto sempre ad osservare.

Nel maggio 1867, a soli tre mesi dall’inaugurazione, si diede l’incarico a 4 pittori diversi di realizzare l’allegoria di un continente su una superficie di 15x7 metri.

Quelli che voi vedete oggi sono ricchi mosaici, pensate che gli originali erano dipinti olio su tela!

👑 Angelo Pietrasanta dipinse l’Europa.
🏮Bartolomeo Giuliano realizzò l’Asia, con tanto di mandarino cinese e vari indigeni.
🦁 Eleuterio Pagliano, si occupò dell’Africa🪶 Raffaele Casnedi ci regaló l’America 

Sí, lo so, manca l’Oceania: le lunette erano solo 4 e dovettero sacrificare un continente, inoltre l’Antartide non era ancora calcolato come tale

Ma che fine hanno fatto i dipinti?
Visto il tempo risicato e un errore di preparazione dei fondi, già nel 1911 i milanesi si trovarono costretti a sostituire i quadri con i mosaici e commissionarono il lavoro ad Alessandro dal Prat entro il 1921.

A dirla tutta, ne abbiamo altre 4 di allegorie, sui bracci corti della galleria: arte, industria, agricoltura, scienza.
Li avete mai notati?

 

“Finalmente la mostra perfetta per le guide turistiche di Milano.”Questo è stato il mio primo pensiero al termine del so...
12/12/2024

“Finalmente la mostra perfetta per le guide turistiche di Milano.”
Questo è stato il mio primo pensiero al termine del sopralluogo alla mostra “Il Genio di Milano” alle in Piazza Scala.

Un viaggio nella storia della città attraverso chiese, palazzi, pittori, scultori e architetti che hanno dato forma al capoluogo che tanto amiamo (ma che tanto anche criticano e a tratti temiamo).

Io non sono milanese, ma uscendo dalle sale dell’ex Banca Commerciale d’Italia, non ho potuto esimermi dal sentirmi un pochino orgogliosa di poter raccontare tutti i giorni uno dei tanti volti di Milano: quello romano di Via Brisa, quello medievale del Duomo, quello rinascimentale del Cenacolo, quello settecentesco della Scala, quello romantico di Hayez e, infine, quello innovativo e astratto di Fontana.

Se non l’avete ancora fatto prenotatevi all’ultima data disponibile a calendario, oppure contattatemi per un tour privato.
Non ve ne pentirete.

Ci sono opere che raramente troverete esposte (una tra tutti la lettera di presentazione di Leonardo a Ludovico il Moro) e altre che dialogano perfettamente nonostante arrivino da musei diversi.
E la cosa che preferisco è che i quadri e le sculture esposte sono realizzate (anche) da artisti non milanesi di nascita, ma orgogliosamente meneghini d’adozione per ricordare quanto Milano sia sempre stata aperta al prossimo, allo “straniero”.

La mostra vi aspetta fino al 16 marzo 2025.
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Il mese di novembre è stato anomalo.Ho passato l’80% delle mie giornate a Merate, a dieci minuti di macchina da casa.Ho ...
03/12/2024

Il mese di novembre è stato anomalo.
Ho passato l’80% delle mie giornate a Merate, a dieci minuti di macchina da casa.

Ho raccontato una singola opera a più di 90 gruppi, una media di circa 2250 persone tra adulti, bambini, cral aziendali, associazioni culturali.

Ho raccontato del Narciso del Caravaggio, alloggiato al centro di una stanza di Villa Confalonieri, una dimora del XX secolo, progettata dai fratelli Bagatti Valsecchi.

Ho trascorso il mio tempo a narrare la storia del giovane Narciso, dal destino segnato, che si addormenta per sempre guardandosi nella fonte d’acqua.

Ho trascorso il mese di novembre accanto ai volontari coordinati dalla che hanno donato il loro tempo per permettere ai 43000 visitatori di godere di un’opera che se ne sta normalmente a 600 km di distanza, in un museo nella città eterna.

Saluto il mese di novembre, che mi ha permesso di ricordare quanto è operosa la
Brianza, quanto si impegna sempre a dare il meglio, quanto (a volte) gli stessi brianzoli si dimentichino che non deve sempre essere il guadagno l’unico obiettivo a cui mirare.

“Fa anda i man!” Questo è un po’ il motto di chi abita da queste parti, e direi che in questo mese hanno lavorato sia le mani che i cuori.

Ringrazio la e che hanno permesso anche quest’anno una piccola e impagabile magia: la fila di persone davanti ad un’opera d’arte nel cuore della Brianza non l’avevo mai vista.

Ci vediamo l’anno prossimo, chissà dove e chissà con chi!

“Ho scritto questo libro innanzituttoper me stessa, per cercare di liberarmidal dramma che ha svolto un ruolo cosìdeterm...
25/11/2024

“Ho scritto questo libro innanzitutto
per me stessa, per cercare di liberarmi
dal dramma che ha svolto un ruolo così
determinante nella mia vita.”

Niki de Saint Phalle ha 64 anni e decide di raccontare parte della storia che tenuto nascosta per decenni alla figlia Laura attraverso una lettera.

Una lettera scritta con parole sinuose, che prendono vita e diventano serpenti, mostri, esplosioni di rabbia, e poi fiumi di lacrime.

Niki de Saint Phalle racconta di ciò che le ha fatto il padre, nel capanno degli attrezzi, ancora bambina, lasciandole una macchia che si porterà dentro per tutta la vita, e che riuscirà ad aggirare prima ed affrontare poi (senza mai riuscire a ripulire) solo attraverso le sue opere d’arte.

Niki de Saint Phalle confessa il suo segreto alla fine della sua vita, dopo essersi guadagnata fama e gloria in tutto il mondo grazie ai suoi quadri, sculture e installazioni.
E, nonostante tutto, quel segreto inconfessabile diventa poi un ottimo appiglio per giornalisti e critici per rileggere la sua carriera, quasi come fosse un giustificativo, come se lei fosse vincolata a quella violenza.

Niki de Saint Phalle, torna ad essere vittima a 64 anni, dopo avere tenuto gelosamente nascosto tutto, per evitare che la critica la definisse solo in base al suo vissuto, ma questa macchia sembra essere retroattiva.

Nella giornata di oggi, 25 novembre, dobbiamo lottare sia contro la violenza, sia contro il pregiudizio che cade come una scure sulla reputazione delle donne vittime due volte.
Vittime dell’azione e vittime del pensiero.

“Sono una sopravvissuta, avevo bisogno
di lasciare che la bambina dentro
di me finalmente parlasse. Il mio testo
è il grido disperato di quella bambina.”

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