16/04/2025
Uno dei problemi della nostra società è che la forma conta più della sostanza. E ciò non riguarda solo l'aspetto, ma anche il modo in cui si fa informazione. Se una "mezza notizia" la si infiocchetta a dovere, condendola con sensazionalismo ed allarmismo, lo scoop è assicurato.
Ciò sta succedendo con i titoloni dedicati alla "scoperta" del pesce palla argenteo in Adriatico, facendo leva sulla paura, sul panico, sull'allarme... beh, già accade con specie innocue, figuriamoci con specie tossiche ed aliene come Lagocephalus sceleratus.
Andiamo con ordine: questo pesce palla è arrivato in Mediterraneo attraverso il Canale di Suez, facendo la sua prima apparizione nel 2003. Dieci anno dopo, nel 2013, è stato pescato a Lampedusa, di fatto la prima segnalazione in acque italiane. Da quel momento è stata un'escalation e, complice il riscaldamento delle acque, ha espanso il suo areale, arrivando fino al Tirreno centrale.
Insomma, c'è da anni, ma non ha mai suscitato molto interesse mediatico... o forse l'abbiamo dimenticato, perché in tantissimi, leggendo in questi giorni le notizie che lo rigardavano, hanno inteso che si trattasse di una nuova segnalazione per l'Italia.
In realtà, la novità non è per noi, ma per la Croazia: dopo che è stato trovato in Alto Adriatico, l’Istituto oceanografico di Spalato ha infatti invitato a fare molta attenzione, essendo una specie realmente tossica.
Sebbene non ai livelli del celebre fugu giapponese, la carne di L. sceleratus contiene una tossina - la tetradotossina - che può causare la paralisi del sistema respiratorio e problemi al sistema cardiocircolatorio, con effetti che possono rimanere anche dopo la cottura.
Il pericolo c'è, tanto che non può essere venduto o consumato, ma non è una novità per le coste italiane, bensì una delle tante specie aliene che stanno invadendo le nostre acque.
Ciò che emerge dalle reazioni della gente è che si fa ancora poca divulgazione a tema alloctonia, sottostimando la problematica e portando il grande pubblico a focalizzarsi solo una manciata di specie aliene, senza renderci conto che quelle dall'elevato appeal mediatico sono solo la proverbiale punta dell'iceberg.
(Testo di Andrea Bonifazi)