08/12/2024
La Mmaculatedda,
Ha sicuramente un legame particolare con il popolo, ogni calatafimese, legato alla propria identità, và sicuramente fiero di questa tradizione, che giustamente consideriamo unica, Nostra. Con dovuto rispetto e per come ci dice la storia, questa devozione "scavalca" anche il clero, infatti a seguito della Madonna troviamo esclusivamente il popolo, assieme, unito; diviso tra chi dona la luce con la tradizionale"ciaccula" e chi segue il simulacro inneggiando la Mmaculatedda, senza preghiere canoniche, compostezze particolari o schemi predefiniti. Un'eccezionale legame che il popolo, il singolo individuo trova con la Madonna. Mi ricordo un fatto, accaduto negli anni '90, Monsignor Taranto, Prete di indiscusso valore e carisma, "giustamente" si voleva rifiutare di portare in processione la "Madonnina" all'alba dell'Immacolata, perché la processione diventava palcoscenico di troppi atti "indecorosi". In quegli anni un gruppo di giovani con tenacia hanno lottato per non interrompere quella tradizione, prendendosi delle responsabilità che in verità non erano in grado di prendersi. Vi assicuro che da questo passaggio la processione notturna è cambiata tanto, non perdendo la gioia goliardica che la contraddistingue. La "Mmaculatedda" che oggi portiamo in processione è risaputo che non è quella originale, fino ad oggi, noi ed i tanti, sapevamo e leggevamo anche dal web che la tradizione era abbastanza giovane, nata nei primi del '900 dalla devozione di Vincenzo Avila; sinceramente questo concetto era una nota stonata, era palese anche se difficile da contrastare senza dati storici alla mano. Io personalmente mi sono incuriosito, trovando interesse verso questa tradizione nel 2007, quando il movimento "Idea Giovane..." all'interno della chiesa di San Michele ha riproposto dopo anni ed una ricerca storica "il tradizionale tappeto artistico del Corpus Domini", in quell'occasione Giuseppe Bruccoleri , oggi Padre Giuseppe, figura da sempre vicina a Monsignor Taranto, mi raccontava che in un "magazzino" della sacrestia della chiesa, gelosamente, veniva custodita la Madonnina storica, descrivendola fragile e in condizioni precarie. Nel 2009 il movimento giovanile prima citato organizza in maniera "scanzonata" un concorso fotografico in occasione della processione notturna, alcuni ragazzi, amatori della fotografia, tento di ricordarne qualcuno e mi scuso con gli altri: Francesco Fiorello Francesco Spatafora Ph Eliana Bonì Giovanni De Martinez Viviana Bonura Leonardo Simone Daniele Giurintano Fabrizio Marchese.... Realizzarono foto eccezionali. L' anno successivo, o meglio, negli anni successivi alcuni fotografi trapanesi, diventati amici come Francesco Paolo Iovino Lorenzo Gigante Vito Curatolo Laura Crocè Nicola Pecorella scoprirono questa tradizione e hanno regalato alla "storia" della Mmaculatedda foto di incredibile fattura, che ancora oggi, assieme alle altre creano stupore verso chi le ammira. Nel 2010 era quasi doveroso mettere in mostra quegli scatti meravigliosi, il comune di Calatafimi, con lungimiranza, finanzia e realizza la "collezione fotografica della Mmaculatedda" messa in mostra presso la "Chiesedda", la chiesa dell' Addolorata. Durante la realizzazione di questo progetto, un pensiero si accende nella mia mente, chiedere a Padre Antonio Peraino, se non erro, in quegli anni rettore della chiesa di San Michele, di mettere a disposizione la Madonnina storica, che io e credo tanti altri fisicamente non conoscevano. Padre Antonio fu di una disponibilità unica, quella statua, piccola, fragile e malridotta a prima vista ci diede delle sensazioni uniche, insieme a Pippo Gandolfo , con dolcezza, abbiamo messo la statuina dentro un sacco di iuta e la portammo al centro della mostra. Indescrivibile era la bellezza di quella esposizione. Oggi queste foto dovrebbero essere all'ex convento di San Francesco. Successivamente il comitato Madonna Giubino ha avuto il merito di realizzare un'esposizione permanente con diversi "tesori" legati al culto mariano, fra le tante opere la nostra Mmaculatedda, un po' acciaccata, stanca, malmessa. Quella statua che tanto ha visto e che tanto rappresenta il popolo, meritava di tornare ad uno splendore dovuto. Con la consueta disponibilità di Padre Giovanni è stata affidata alle "cure" della Signora Patrizia Milana che ha saputo ridare il sorriso a quella Mmaculatedda che sarà pronta a concedere alla comunità cristiana e cittadina quei valori di sincera devozione che ci devono continuare a contraddistinguere.
La Storia della Mmaculatedda
La storia della Mmaculatedda, nonostante le numerose ricerche, risulta ancora a tratti incerta sia sotto l’aspetto del rito religioso sia per quanto riguarda il percorso storico della (o delle) statua/e portate in processione all’alba dell’otto dicembre di ogni anno.
Uno studio svolto dal professore Leonardo Vanella già divulgato tramite il periodico locale "ComunitàNew ” tenta di risalire all’origine di questa tradizione, analizzando la successione di alcuni passaggi storici.
Con certezza si può affermare che nel 1866 la processione notturna veniva svolta con dinamiche simili a quelle odierne; questa certezza nasce dalle pagine dei diari del professore Vito Vasile che mette in evidenza nelle sue “preziose” memorie come il culto in quegli anni veniva curato dalla congregazione di San Michele Arcangelo di cui ne faceva parte il padre.
Questo passaggio storico viene rafforzato da un rapporto pervenuto dalla Pretura di quegli anni, dove si mette in evidenza che il signor Giuseppe Vasile, padre di Vito, assieme ad Antonio Di Gaetano furono processati nel 1871 per aver organizzato la processione notturna all’alba dell’otto dicembre senza l’autorizzazione delle autorità dell’epoca; è grazie alle dichiarazioni scaturite da questa vicenda giudiziaria che vengono alla ribalta alcune altre notizie come la presenza della banda musicale, aspetto di diversità rispetto ai nostri giorni dove vi è solo la presenza di un tamburo che apre la processione.
Altro passaggio, rilevato dalle diverse dichiarazioni da parte di cittadini chiamati a testimoniare mettono in evidenza che la proprietà della statua era di Giuseppe Vasile e che veniva custodiva nella sua abitazione.
Un’ulteriore notizia fu portata alla luce dalla dichiarazione di Giuseppe di Gaetano, all’epoca di 60 anni d’età, dove si mette in evidenza che lo stesso era presente in quell’anno per l’incriminato trasporto del simulacro e nello stesso tempo afferma che lui da sempre con cadenza annuale aveva assistito a questa processione. Questo passaggio storico ci porta ad affermare con oculata certezza che nei primi anni del 1800 i riti legati alla Mmaculatedda erano già presenti.
Da alcune testimonianze più odierne, frutto di ricordi e di racconti si ha certezza che una piccola statua “considerata” in carta pesta veniva custodita nella dimora di mastro Vincenzo Avila e veniva trasportata ogni anno per la novena dell’Immacolata presso la chiesa di San Michele e poi all’alba dell’otto dicembre trasportata in processione.
Si potrebbe presumere che il piccolo simulacro della Mmaculatedda di Giuseppe Vasile sia passato in epoca successiva nelle mani di Vincenzo Avila e negli anni successivi donata alla chiesa di San Michele; di seguito valutata la fragilità strutturale e le condizioni precarie, per mano del rettore Padre Andrea Scandariato nel 1954 venne sostituita con la statua della Madonna Immacolata che ancora oggi viene portata in processione. La piccola Mmaculatedda venne custodita nella sacrestia della chiesa di San Michele per diversi decenni, anni in cui i fedeli non hanno avuto la possibilità di ammirare la “Grazia” della “Madonnina”.
Nel dicembre del 2010 in occasione di una mostra fotografica dedicata alla tradizione della Mmaculatedda , organizzata dal comune di Calatafimi, la piccola statua venne esposta e ridata alla luce all’interno della chiesa dell’Addolorata.
Questo processo di restauro ha portato a scoprire che la piccola statua in carta pesta in verità è una scultura polimaterica della scuola trapanese, realizzata con tessuto, colla di coniglio e legno, tecnica molto diffusa a trapani nel ‘700, lo stesso periodo storico nel quale visse Giuseppe Vasile e tanti altri calatafimesi che in quegli anni e in epoca successiva hanno contribuito a coltivare il culto della nostra piccola ed unica Mmaculatedda.