I Viaggi Itineranti di Giacomo Bontempi

I Viaggi Itineranti di Giacomo Bontempi Rassegna turistica domenicale e festiva, volta alla scoperta del patrimonio artistico e degli eventi culturali e locali della Regione Marche (e non solo...)

17/07/2025
Scrigno di arte e architettura, ma soprattutto di fede ๐Ÿ™  รจ la Collegiata di Santa Lucia โ›ช. L'imponente chiesa parrocchi...
13/07/2025

Scrigno di arte e architettura, ma soprattutto di fede ๐Ÿ™ รจ la Collegiata di Santa Lucia โ›ช. L'imponente chiesa parrocchiale di piazza della Repubblica a Montefiore dell'A*o che, con la sua pittoresca facciata a decorazioni in stile tappeto persiano, in parte semicoperta dal Palazzo Comunale ๐Ÿซ, chiude lo scenario della piazza centrale del paese, preceduta da corso XX Settembre.

L'odierna chiesa affonda le sue radici nell'alto medioevo, periodo di particolare diffusione locale del Cristianesimo. โœ๏ธ Tra gli insediamenti romani e in particolare piceni che ci vengono confermati in zona dai numerosi reperti archeologici ๐Ÿบ venuti alla luce ๐Ÿ‘ทโ›๏ธ, ce ne risulta uno divenuto sede di una Pieve dedicata a Santa Lucia - Vergine e Martire ๐ŸŒพ.
Dopo la costituzione del libero comune di Montefiore ๐Ÿฐ, intorno al 1400, la Pieve fu ricostruita entro le mura del Castello, pressappoco nelle vicinanze della sua attuale posizione. Al fine di aumentare il decoro del paese e l'importanza dell'edificio cristiano intitolato alla martire siracusana, venne elevata da Pieve a Collegiata ๐Ÿ’’ grazie ad una bolla ๐Ÿ“œ istitutiva di papa Paolo IV nel 1556.
Nel corso dei secoli seguenti venne retta da un Capitolo di Canonici โ™— e frequentata in particolare dalle famiglie nobili โšœ๏ธ di Montefiore, subendo continue trasformazioni ๐Ÿ—๏ธ. L'ultima delle quali, nel 1850, di completo rifacimento ed ampliamento su progetto dell'architetto Massimi di Ascoli Piceno.
La nuova chiesa, quella che ammirate oggi, fu consacrata il 3 ottobre 1878.

L'interno si presenta ad un'unica navata con quattro cappelle laterali; del Crocifisso โœŸ e dell'Eucaristia โšช๏ธ (a sinistra) e della Madonna di Loreto ๐Ÿคฑ e di Santa Lucia (a destra).
L'abside si completa di profondo presbiterio con coro ligneo e doppia ca****la absidale.
Le decorazioni interne sono state eseguite da importanti artisti ๐Ÿ‘จโ€๐ŸŽจ del XIX secolo. In particolare gran parte degli affreschi ๐ŸŽจ๐Ÿ–Œ๏ธ sono del pittore Luigi Fontana ๐Ÿ‘จ๐Ÿผโ€๐ŸŽจ (1827-1908) di Monte San Pietrangeli. Operante a lungo sia in patria che a Roma ๐ŸŸ, fu chiamato ad impreziosire la Collegiata di Montefiore delle sue opere dai conti ๐Ÿ‘‘ Pompeo ed Ida Montani.
In un reliquiario ๐Ÿฆด settecentesco รจ preziosamente conservato un dito ๐Ÿ‘‰ della patrona Santa Lucia.
Fino al 2007 la Collegiata รจ stata inoltre sede del Trittico di Montefiore ๐Ÿ–ผ๏ธ; che avete visto ora custodito, dal giorno della sua inaugurazione, nel Polo Museale di San Francesco ๐Ÿ›๏ธ.

Le nostre Marche continuano ad offrirvi tanta cultura in diversi luoghi e settori; spesso incastonati nei centri storici...
13/07/2025

Le nostre Marche continuano ad offrirvi tanta cultura in diversi luoghi e settori; spesso incastonati nei centri storici dei piccoli comuni ๐ŸŽŒ, posti sulle sommitร  delle colline che caratterizzano maggiormente il paesaggio... ๐Ÿž๏ธ

Montefiore dell'A*o, delizioso paese in provincia di Ascoli Piceno, annoverato tra i Borghi piรน Belli d'Italia, offre ai visitatori tutta la sua arte ๐ŸŽจ, le peculiaritร  del territorio ๐Ÿœ๏ธ e la storia dei personaggi illustri ๐Ÿ‘จ๐Ÿฝโ€๐ŸŽจ๐Ÿ‘จ๐Ÿฟโ€๐ŸŽจ cui ha dato i natali, presso il POLO MUSEALE "SAN FRANCESCO" ๐Ÿ›๏ธ. Ospitato presso l'omonimo complesso conventuale duecentesco, ubicato in pieno centro urbano. Una stretta testimonianza dell'evoluzione dell'ordine francescano in terra marchigiana. Una struttura che ha funto per secoli da convento โœ๏ธ๐Ÿ”ฅ๐Ÿ•ฏ, completo di chiostro e attigua chiesa โ›ช romanico-gotica, fino alla definitiva soppressione degli ordini monastici. Dopo essere stata adibita a scuole ๐Ÿงฎ ed abitazioni private ๐Ÿšช e - durante la Seconda Guerra Mondiale โ–„๏ธปใƒ‡โ•โ•โ”ไธ€๐Ÿ’ฅ - da ricovero per gli sfollati ๐Ÿฅ, subรฌ una progressiva deturpazione fino ad essere del tutto abbandonata ๐Ÿš๏ธ. Venne ristrutturata a seguito degli eventi sismici โ™’๏ธŽ ๐Ÿซจ del 1997, al fine di essere destinata dal Comune a custodire e promuovere il patrimonio culturale civico.
Il Polo Museale fu inaugurato ๐ŸŽ‰๐ŸŽŠ e aperto al pubblico ๐Ÿ‘ฅ il 7 ottobre 2007.

Va riconosciuto come la comunitร  di Montefiore dell'A*o sia da sempre incline all'accoglienza ๐Ÿ‘ dei turisti, non soltanto dal punto di vista storico e artistico. Montefiore รจ noto anche per la famosa Infiorata ๐Ÿ’๐Ÿต๏ธ del Corpus Domini ๐Ÿž๐Ÿท e per essere stato uno dei primi comuni in Italia ๐Ÿ‡ฎ๐Ÿ‡น ad avere usufruito di acqua corrente nelle case ๐Ÿšฐ๐Ÿ˜๏ธ ed illuminazione elettrica ๐ŸŒƒ, grazie all'intervento dell'allora primo cittadino Luigi De Vecchis. Il quale, nel 1897, con la realizzazione di un ardito e avveniristico impianto ๐Ÿ”ง che prelevava l'acqua dalle vicine sorgenti del fiume A*o, fece inaugurare in paese l'acquedotto ๐Ÿ’ง๐Ÿถ e la corrente elettrica ๐Ÿ”Œ๐Ÿ’ก.

Ritornando al Polo Museale "San Francesco", dopo qualche nozione legata alla storia del comune che lo accoglie, vi elenchiamo le tappe in esso integrate cui farete visita ๐Ÿšถโ€โ™‚๏ธ๐Ÿšถโ€โ™€๏ธ:
- la SALA CARLO CRIVELLI ๐Ÿ‘จโ€๐ŸŽจ๐Ÿ–ผ๏ธ; ospitante il "Trittico" del pittore veneziano, risalente tra il 1470 e il 1480. Risultato della ricomposizione di sei pannelli che facevano parte dell'originario e smembrato "Polittico di Montefiore dell'A*o" ๐Ÿ–Œ๏ธ.
- il CENTRO DOCUMENTAZIONE SCENOGRAFICA "GIANCARLO BASILI" ๐ŸŽฅ๐Ÿ“ฝ๏ธ. Ampia raccolta, dislocata in diversi locali del complesso, comprende scenografie, documentazione fotografica ๐Ÿ“ท, schizzi grafici, testi critici e materiali video relativi ad alcuni film ๐ŸŽฌ. Intitolata all'omonimo scenografo di teatro ๐ŸŽญ e cinema ๐ŸŽฆ, ivi nato nel 1952.
In suo onore, รจ stata di recente aggiunta una sala interamente dedicata ad una famosa serie televisiva ๐Ÿ“บ della quale ha curato la scenografia: L'Amica Geniale ๐Ÿซ‚.
- il MUSEO E CENTRO STUDI ADOLFO DE CAROLIS ๐Ÿ‘จ๐Ÿปโ€๐ŸŽจ (1874-1928): accoglie circa 500 opere dell'artista che ebbe anch'esso i natali a Montefiore dell'A*o. L'insieme comprende disegni, bozzetti e xilografie acquisiti dall'Amministrazione comunale ๐Ÿข.
Di questa sezione, fanno parte anche i 69 bozzetti ๐Ÿ“œ ad olio per la realizzazione del ciclo di affreschi del Salone dei Quattromila nel Palazzo del Podestร  a Bologna.
- il MUSEO DELLA CIVILTA' CONTADINA ๐Ÿ‘จโ€๐ŸŒพ๐Ÿ‘ฉโ€๐ŸŒพ. Una raccolta civica risalente al 1984 e composta da donazioni private, avviata per iniziativa della scuola media ๐Ÿซ locale a scopi didattici ๐Ÿ‘จโ€๐Ÿซ. Dapprima nei locali del plesso scolastico, situato nelle vicinanze della Collegiata di Santa Lucia ๐Ÿ’’, e in seguito trasferito in due locali del Convento, allora provvisoriamente recuperati.
L'attuale allestimento si compone di 4 sezioni: l'aia, la casa ๐Ÿ , il lavoro ๐Ÿ›ž e il campo e di oggetti e attrezzi riguardanti la vita domestica e la civiltร  contadina ๐Ÿšœ๐ŸŒพ๐Ÿ…; di proprietร  di famiglie locali ๐Ÿ‘ช.
- il MUSEO DOMENICO CANTATORE ๐Ÿ‘จ๐Ÿผโ€๐ŸŽจ. Una collezione di opere grafiche donate dal pittore pugliese al Comune, in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria.
Domenico Cantatore (1906-1998) frequentava assiduamente nei periodi estivi ๐ŸŒž๐ŸŒป le Marche e a Montefiore dell'A*o risiedeva parte della sua famiglia di origine. Qui si ispirรฒ per molti suoi paesaggi ๐Ÿšž e da questi soggiorni, a sua detta, trovรฒ nuova linfa per la sua opera. L'insieme รจ costituito da 114 opere grafiche tra acquatinte, acquaforte, litografie su sughero e carta. Tra loro sono presenti le famose odalische, ritratti di uomini del sud ๐Ÿ‘จโฌ‡๏ธ, galli ๐Ÿ“ e paesaggi ๐ŸŒ„๐ŸŒ….
- la SALA DELLA MUSICA MONTEFIORANA ๐ŸŽต๐ŸŽถ. Anch'essa aggiunta in tempi moderni, accoglie un'esigua sezione di storia della Banda Musicale cittadina ๐Ÿฅ e del Gruppo Corale Montefiore ๐Ÿ—ฃ๏ธ๐Ÿ—ฃ๏ธ ; composta inoltre da una piccola esposizione di strumenti musicali bandistici โ™ซโ‚Šหš.๐ŸŽบ๐Ÿ“ฏ.

CHIESA DEL CROCIFISSO โ›ชโœ๏ธ.Sono numerosi gli edifici religiosi โ™ฐ presenti a Montecarotto. Un altro di questi ubicato in c...
06/07/2025

CHIESA DEL CROCIFISSO โ›ชโœ๏ธ.

Sono numerosi gli edifici religiosi โ™ฐ presenti a Montecarotto. Un altro di questi ubicato in centro storico, che troverete solitamente aperto alle visite ๐Ÿšถ๐Ÿšถโ€โ™€๏ธ, oltre alla parrocchiale della Santissima Annunziata, รจ la chiesa del Crocifisso โ™ฑ. Affacciata di fronte le mura castellane, in piazza della Vittoria.

Si tratta di una struttura di costruzione settecentesca ad unica navata, di modeste dimensioni. Ha cambiato piรน volte nome nel corso dei secoli. La tradizione del Crocifisso โœŸ - l'elemento di maggior pregio che ammirerete ๐Ÿ‘€ all'interno - vuole che la chiesa sia stata utilizzata in passato come camera ardente ๐Ÿ•ฏ๏ธ. Il feretro โšฐ๏ธ veniva posizionato al suo interno per essere compianto ๐Ÿ˜ข dai familiari e conoscenti, nell'attesa di ve**re poi trasportato nel cimitero locale per la tumulazione ๐Ÿชฆ๐Ÿ’. Il Crocifisso era associato indubbiamente alla morte ๐Ÿ–ค, per cui la chiesa assumeva funzioni ad essa correlate; al punto che un documento ๐Ÿ“œ d'inizio Ottocento riporta, tra le sue numerose intitolazioni, quella di "chiesa della Morte โ˜ ๏ธ๐Ÿ’€ ".

Comunque, nulla di macabro ๐ŸงŸ vi attende una volta varcato l'ingresso... Il Crocifisso โœž di cui vi abbiamo parlato รจ in realtร  una pregevole opera lignea del Bornoni del XVII secolo, conservato in una grande nicchia dell'altare maggiore su sfondo rosso ๐ŸŸฅ decorato.
Fanno da cornice le pareti laterali, ospitanti entrambe tre rispettive nicchie che custodiscono sei statue ๐Ÿ—ฟ๐Ÿ—ฟ๐Ÿ—ฟ๐Ÿ—ฟ๐Ÿ—ฟ๐Ÿ—ฟ. Ognuna di queste, provenienti da altre chiese di Montecarotto ๐Ÿ’’๐Ÿ’’; presenti sul territorio fin dal XIII secolo e scomparse o abbandonate ๐Ÿš๏ธ nel corso negli anni:
- parete sinistra: San Sebastiano, San Giuseppe e la Madonna di Loreto;
- parete destra: Sant'Antonio di Padova, Santa Rita da Cascia e San Rocco.
Da segnalare la presenza della statua originale della Madonna di Loreto๐Ÿคฐ๐Ÿคฑ, anch'essa di proprietร  di un'omonima chiesa โœ™ montecarottese di inizio XVI secolo. Situata, come questa del Crocifisso, fuori dalle mura del Castello, ed oggi non piรน esistente.

Una visita al castello ๐Ÿฐ di Montecarotto prevede inevitabilmente una tappa alla chiesa parrocchiale della Santissima Ann...
06/07/2025

Una visita al castello ๐Ÿฐ di Montecarotto prevede inevitabilmente una tappa alla chiesa parrocchiale della Santissima Annunziata โ›ช.
Un luogo non soltanto di fede ๐Ÿ“ฟ e preghiera ๐Ÿ™, ma anche di tanta arte ๐ŸŽจ e storia ๐Ÿ“”. Un altro delle numerose tappe culturali che il piccolo comune dell'anconetano offre al turista... ๐Ÿšถ๐Ÿšถโ€โ™€๏ธ
Si erge imponente all'interno delle mura castellane, nella parte alta del centro storico. Le sue origini risalgono al 1779, quando iniziarono i lavori per la ricostruzione in sostituzione dell'antica chiesa quattrocentesca, in grave stato di conservazione ๐Ÿš๏ธ. Quest'ultima era a sua volta stata eretta al fine di rimpiazzare l'originaria chiesa plebana della Pieve, allora ubicata fuori le mura. Fu consacrata ufficialmente nel 1803 ๐Ÿ’’ , sebbene fosse giร  stata aperta al culto diversi anni prima... ๐Ÿ”ฅ๐Ÿ•ฏ

All'esterno ammirate la solenne, ma abbastanza sobria facciata in un distinto stile neoclassico. L'interno si presenta invece in un raffinato influsso barocco, con un'unica navata completa di quattro altari che si estende sulla zona absidale mediante due sfarzose cappelle laterali e l'abside a pianta semicircolare.
Quest'ultimo si completa di altare e coro ligneo ๐Ÿ—ฃ๐ŸŽถ in noce di fine XVIII sec., con le soprastanti raffigurazioni di 6 santi ๐Ÿ˜‡๐Ÿ˜‡๐Ÿ˜‡๐Ÿ˜‡๐Ÿ˜‡๐Ÿ˜‡ realizzate dal pittore ๐Ÿ‘จโ€๐ŸŽจ Ernesto Bergagna (1902-1991): San Giuseppe, San Francesco, Santa Caterina, San Settimio, San Placido e San Vicenzo Maria Strambi.
Abbiamo dunque dimostrato come la chiesa parrocchiale di Montecarotto sia un vero e proprio museo d'arte... ๐Ÿ›๏ธ๐Ÿ–Œ๏ธ. Cappelle ed altari accolgono rispettivamente piรน opere di artisti ๐Ÿ‘จ๐Ÿปโ€๐ŸŽจ conterranei.
Impossibile menzionarle tutte. Potremo partire dall'altare maggiore con la tela dell'"Annunciazione"๐Ÿคฐ (1792) del pesarese Placido Lazzarini, sovrastata dal grande catino absidale. Affrescato nel 1953 per iniziativa del parroco โœ๏ธ del tempo e sempre ad opera del sopracitato Bergagna, ritraente "Cristo Pantocratore circondato da Angeli e Santi". Un richiamo all'Apocalisse che considera la raffigurazione di Gesรน Cristo ๐Ÿง” come "Albero della Vita", ovvero Asse del Mondo โ™ ๏ธ๐ŸŒ.

Degne di nota sono anche le due cappelle laterali absidali.
- La ca****la a sinistra: dedicata alla "Madonna del Gonfalone" e di pertinenza dell'omonima Confraternita. Rigorosamente decorata e impreziosita dal piccolo affresco della Vergine ๐Ÿคฑ; giร  di proprietร  di una nobile โšœ๏ธ di Montalto e realizzato con tempera a muro nella metร  del Seicento.
- La ca****la a destra: intitolata al Santissimo Sacramento e sempre appartenente all'omonima Confraternita, accoglie la tela dell'"Ultima Cena" ๐Ÿž๐Ÿท; unica opera conosciuta di Giambattista da Rocca Contrada del 1606.

Anche gli altari laterali meritano una voce in capitolo...
- L'altare SS. Nicola di Bari e Carlo Borromeo (primo a sinistra), risalente a fine Settecento. Conserva la figura giacente di San Celerino Martire, un tempo ivi conservato ๐Ÿฆด๐ŸงŽโ€โ™‚๏ธ e ora trasferito nella cripta. Lo sormonta la tela mostrante la Madonna con bambino, affiancata da entrambi i Santi titolari dell'altare; opera del XVIII secolo di autore ignoto ๐Ÿ‘จ๐Ÿฝโ€๐ŸŽจ.
- L'altare del Sacro Cuore Di Gesรน โค๏ธ (secondo a sinistra).
- L'altare della Nativitร  ๐Ÿ‘ผ e Fonte Battesimale ๐ŸŒŠ (primo a destra); con il battistero sormontato dalla statuetta bronzea di San Giovanni Battista - tutto opera dell'architetto Donatello Stefanucci di Fano - e la tela dell'"Adorazione dei Pastori" di Antonio Massi di Bologna del 1670.
- L'altare della Madonna Immacolata (secondo a destra). Accoglie l'omonima raffigurazione, con Gesรน Bambino in gloria ๐Ÿ‘ป: opera del 1875 di Silvio Capparoni.

Teatro Comunale ๐ŸŽญ.Anche Montecarotto si fregia del suo piccolo ma elegante teatro d'impronta ottocentesca, con pianta a ...
06/07/2025

Teatro Comunale ๐ŸŽญ.

Anche Montecarotto si fregia del suo piccolo ma elegante teatro d'impronta ottocentesca, con pianta a ferro di cavallo, platea e rispettivi ordini di palchi. Un classico gioiello all'italiana di cui la nostra Regione vanta il maggior numero di presenze a livello nazionale... ๐Ÿ‡ฎ๐Ÿ‡น

Ancor prima della struttura cui farete visita ๐Ÿšถโ€โ™‚๏ธ๐Ÿšถโ€โ™€๏ธ, a Montecarotto sorgeva una sala adibita a spettacoli teatrali integrata nell'antico palazzo Priorale ๐Ÿซ, andato perduto. Nei primi decenni del XVIII secolo il soffitto del palazzo crollรฒ a causa di un'abbondante nevicata ๐ŸŒจ๏ธโ„๏ธ, rendendolo inagibile ๐Ÿš๏ธ.
Documenti ๐Ÿ“œ dell'archivio comunale del 1809 attestano la presenza di un altro locale adattato a pubblico teatro ๐Ÿ•บ๐Ÿ’ƒ, integrato nel cuore del centro storico presso l'attale piazza del Mercato sottostante la chiesa parrocchiale della SS. Annunziata โ›ช.
Con l'avvento dell'Unitร  d'Italia nel 1861, il nobile โšœ๏ธ Alessandro Baldoni erogรฒ un lascito testamentario ๐Ÿ’ฐ๐Ÿงฌ per la costruzione di un nuovo teatro ๐Ÿ‘บ, in sostituzione del precedente. Impresa sin da subito di difficile realizzazione ๐Ÿ’ช; sia per quanto riguardava la necessitร  di aumentare la capienza e il pregio artistico della nuova struttura, sia per via dell'impugnatura ๐Ÿค del testamento da parte degli eredi indiretti della famiglia nobiliare ๐Ÿ‘‘, i quali reclamavano la titolaritร  del denaro ๐Ÿค‘. La controversia si risolse nel 1866 presso il Tribunale civile di Macerata โš–๏ธ che sentenziรฒ la ragione ๐Ÿ‘จโ€โš–๏ธ all'amministrazione comunale. Solo allora si potรฉ procedere per una prima attuazione del progetto ๐Ÿ“.

I lavori iniziarono nella primavera del 1872 su progetto dell'architetto jesino Raffaele Grilli (1807-1880), per concludersi completamente cinque anni dopo nel 1877. Il giorno 8 settembre dello stesso anno il teatro fu inaugurato ๐ŸŽŠ๐ŸŽ‰ con la prima rappresentazione: "l'opera in musica Maria di Rohan" ๐ŸŽผ del maestro Gaetano Maria Donizetti.
Dopo una lunga chiusura, sorta per accertata inagibilitร  agli inizi degli anni sessanta del Novecento, il teatro รจ stato riaperto grazie ad importanti lavori di restauro ๐Ÿ—๏ธ e restituito alla popolazione il 9 settembre 2001; mediante uno spettacolo tenuto in occasione del Festival Pergolesi Spontini ๐ŸŽถ๐ŸŽฌ๐Ÿ“ฝ๏ธ.

Il teatro vanta oggi una capienza totale di quasi 150 posti ๐Ÿ›‹๏ธ๐Ÿ‘ฅ, tra platea e i rispettivi tre ordini di plachi. Sul sipario osservate figure allegoriche ๐Ÿ‘ผ๐Ÿ˜‡ sospese nel cielo, sopra il paese di Montecarotto circondato dalle dolci colline e dal mare: pittura eseguita dal parmense Cecrope Barilli (1839-1911) ๐Ÿง‘โ€๐ŸŽจ.
Il corredo scenico e le decorazioni artistiche ๐Ÿ–Œ๏ธ๐ŸŽจ, cosรฌ come il grande soffitto, sono state invece realizzate e curate rispettivamente dal senigalliese Giulio Marvardi (1832-1916) e dall'anconetano Enrico Andreani (1814-1891).

Verdicchio in Festa ๐Ÿพ a Montecarotto in questo primo weekend di luglio ๐Ÿ“…. Una sagra estiva in territorio vinicolo per ma...
06/07/2025

Verdicchio in Festa ๐Ÿพ a Montecarotto in questo primo weekend di luglio ๐Ÿ“…. Una sagra estiva in territorio vinicolo per mangiare ๐Ÿ˜‹ e bere ๐Ÿท (senza esagerare ๐Ÿฅด!), ma soprattutto un'occasione perfetta per visitare ancora una volta i tesori nascosti dei piccoli comuni; che malgrado le ridotte dimensioni, hanno molto da offrire tra arte ๐ŸŽจ, storia ๐Ÿ“œ e scorci affascinanti... ๐Ÿ˜ฏ

Montecarotto. Centro di meno di 2.000 anime, adagiato sulla sommitร  di un'amena collina ๐Ÿž๏ธ nell'entroterra jesino, tra l'alta valle del Misa e dell'Esino, in una straordinaria posizione panoramica dal mare Adriatico ๐ŸŒŠ ai Monti Sibillini โ›ฐ๏ธ, sulla sommitร  del simbolico Torrione dell'Orologio ๐Ÿ—ผ, accoglie il turista ๐Ÿšถโ€โ™‚๏ธ๐Ÿšถโ€โ™€๏ธ in caratteristici vicoli e viuzze circondate da una possente cinta muraria ๐Ÿงฑ di inizio Cinquecento.
Le prime notizie del paese risalgono al 1223 sotto il dominio di Jesi, al quale il Castello di Montecarotto ๐Ÿฐ venne dichiarato in possesso nel 1248 dal cardinal Raniero. Il Castello divenne tuttavia uno dei piรน importanti sia per numero di abitanti, sia per forza sociale ed economica ๐Ÿ“ˆ; costantemente capace di mantenere condizioni di paritร  politica, fiscale ed umana in termini di oligarchia ๐ŸŸฐ cittadina.
Superato un periodo turbolento ๐Ÿ’ฅโš”๏ธ, durato fino al XV secolo e legato alle vicende della Signoria jesina, nella comunitร  sorse il desiderio di ricostruzione ๐Ÿ—๏ธ, il quale si tradusse soprattutto in restauro di opere architettoniche come la sopracitata cinta muraria.
Con la costituzione dell'era napoleonica ๐Ÿ’‚, acquistรฒ autonomia amministrativa, confermata anche al momento del ritorno allo Stato Pontificio โ™—. L'annessione delle Marche al Regno d'Italia ๐Ÿ‡ฎ๐Ÿ‡น, nel 1860, significรฒ un ruolo di rilievo di Montecarotto, che fu promosso a capoluogo di Mandamento ๐Ÿซ nella giurisdizione in cui era incluso insieme ad altre amministrazioni limitrofe.
Durante la Seconda Guerra Mondiale ๐Ÿช– fu teatro dell'episodio noto come "la Battaglia di Montecarotto" โ–„๏ธปใƒ‡โ•โ•โ”ไธ€๐Ÿ’จ (27 luglio - 4 agosto 1944). Appartenente alla fase conclusiva della liberazione della Provincia Di Ancona, vide la vittoriosa uscita della formazione militare partigiana della BRIGATA MAIELLA insieme a un distaccamento polacco ๐Ÿ‡ต๐Ÿ‡ฑ di seconda armata sulla controffensiva tedesca ๐Ÿ‡ฉ๐Ÿ‡ช, che segnรฒ la liberazione del territorio dall'occupazione nazista.

Tra Settecento e Ottocento Montecarotto divenne terra di organari ๐ŸŽถ e orologiai โŒš. Vi si costituรฌ difatti una delle prime vere e proprie Scuole Organarie rappresentate da soggetti non appartenenti alla stessa famiglia ๐Ÿ‘ช, dove vennero introdotti soggetti divenuti in seguito protagonisti dell'arte organara ๐Ÿ‘จโ€๐ŸŽจ๐ŸŽต.
Allo stesso tempo Montecarotto ha dato in natali e vi hanno operato mastri orologiai โฒ๏ธ del calibro di Pietro Mei (1797-1878), Edoardo Marconi (1866-1950) e Antonio Galli (1822-1893), noti per la genialitร  tecnica, l'innovazione, l'abilitร  e la fama nella costruzione di orologi da torre.

In questo post vi invitiamo a far visita a due mete del percorso turistico ๐Ÿงณ montecarottese, aperte in concomitanza con il Festival dedicato ad un'altra icona locale quale il Verdicchio ๐Ÿฅ‚... :
- il TORRIONE DELL'OROLOGIO โ™œ. Sopra menzionato, รจ il monumento simbolo della cittadina; posto nel lato orientale della cinta muraria edificata nel 1509. Di forma cilindrica con merlatura ghibellina, ospita al suo interno il prezioso orologio ๐Ÿ•ฐ๏ธ meccanico del 1849 di Pietro Mei. Quest'ultimo, perfettamente funzionante, funge oggi da orologio pubblico con tanto di quadrante, asta di collegamento, pendolo e pesi originali che consentono la ricarica manuale ๐Ÿชซ๐Ÿค.
Sulla sommitร  della torre, oltre ad ammirare il meraviglioso panorama circostante ๐ŸŒ„, osserverete la torre campanaria con le campane ๐Ÿ””๐Ÿ”” che - dietro comando dell'orologio โณโŒ› - battono giornalmente le ore ๐Ÿ•›, le mezz'ore ๐Ÿ•ง e i quarti ๐Ÿ•’.
- il MAM - MUSEO D'ARTE MODERNA E DELLA MAIL ART ๐Ÿ›๏ธ๐Ÿ“ง. Ospitato nei locali sottostanti il Teatro Comunale ๐ŸŽญ, รจ stato aperto nel 1984 grazie alle donazioni di alcuni dei maestri dell'arte italiana. Accoglie una singolare raccolta di opere di Mail Art โœ‰๏ธ๐Ÿ“จ, ovvero l'arte che promuove, attraverso canali postali mondiali ๐Ÿ“ฎ๐ŸŒ, la circuitazione di manufatti di piccola dimensione (disegni ๐Ÿ–‹๏ธ, grafica ๐Ÿ“, dischi ๐Ÿ’ฝ, C.D. ๐Ÿ’ฟ, incisioni ed altro), realizzate da artisti collegati fra loro da iniziative libere o tematiche. Negli anni รจ stato altresรฌ raccolto, a disposizione del museo, diverso materiale da collezione di illustrazioni ๐Ÿ–๏ธ e grafiche โœ๏ธ dei maestri contemporanei, al fine di creare una sensibile corrispondenza artistica con le menti piรน ricettive all'arte postale ๐Ÿ“ฉ๐Ÿ’ญ.
I locali museali espongono anche una raccolta di ritratti ed opere d'Arte Moderna ๐Ÿ–ผ๏ธ, realizzati dalle mani ๐Ÿ™Œ di artisti locali ๐Ÿ‘ฉโ€๐ŸŽจ.

Non sono San Nicola ๐Ÿ™; in una TOLENTINO ricca di edifici religiosi di culto cristiano โœ๏ธ, molti dei quali in attesa di r...
29/06/2025

Non sono San Nicola ๐Ÿ™; in una TOLENTINO ricca di edifici religiosi di culto cristiano โœ๏ธ, molti dei quali in attesa di riaprire le proprie porte ai fedeli dopo le ferite del sisma ๐Ÿซจ, voi turisti avete la possibilitร  di far tuttora visita a qualcuno di essi... ๐Ÿšถโ€โ™‚๏ธ๐Ÿšถโ€โ™€๏ธ
Nell'imponenza esterna e nella semplicitร  interna, vi proponiamo la CHIESA DI SAN GIACOMO โ›ช; poco distante dalla centrale Piazza della Libertร . Chiusa ๐Ÿ”’ al culto negli anni Settanta del Novecento dopo lunghi secoli di storia e recentemente riabilitata alle funzioni religiose ๐Ÿ’’.

Le prime notizie della chiesa risalgono al 1233. Fu dipendente dell'antica pieve di Sant'Andrea - che sorgeva sulle colline al di lร  del fiume San Chienti ๐Ÿšฃ - fino al 1421; quando in seguito all'ampliazione della struttura iniziale, le fu conferito il titolo di Collegiata. Nei primi decenni dell'Ottocento acquisรฌ la denominazione โ€œdella Ca**tร โ€ โ˜ฆ๏ธ, in seguito alla demolizione dell'omonimo edificio religioso situato nei pressi della piazza maggiore. La Confraternita della Ca**tร  ๐Ÿง•๐Ÿ“ฟ si trasferรฌ dunque nella chiesa di San Giacomo, la quale ne assunse la medesima intitolazione.
Come sopracitato, dal 1970 la chiesa fu sconsacrata e venne adibita ad auditorium ๐ŸŸ๏ธ. In seguito agli eventi sismici del 2016/17 โ™’๏ธŽ fu definitivamente chiusa ๐Ÿ” e riaperta nel 2020 in piena pandemia ๐Ÿ˜ท. L'inagibilitร  di gran parte delle chiese del centro storico ๐Ÿš๏ธ e l'allora limitazione del numero dei partecipanti alle celebrazioni religiose ๐Ÿ‘ฅ, fecero sรฌ che la chiesa di San Giacomo venisse riabilitata al culto ๐Ÿ•ฏ๐Ÿ”ฅ๐Ÿ“”.

L'esterno presenta due interessanti portali romanici: uno in facciata ๐Ÿšช ed uno secondario laterale ๐Ÿšช sulla fiancata sinistra. Sopra a quello principale, completo di protiro con archi a tutto sesto, spicca un grande rosone con dodici colonnine. Al XVI secolo risale il corpo a destra dell'edificio che racchiude l'unica piccola navata laterale dell'interno.
L'assai sobrietร  di quest'ultimo si contrappone all'imponente soffitto ligneo โŒˆโŒ‰ a 59 cassettoni di color azzurro ๐Ÿ”ต e oro ๐ŸŸก, eseguito nel 1574 da tre intagliatori tolentinati; al centro compare la statua del titolare ๐’๐€๐ ๐†๐ˆ๐€๐‚๐Ž๐Œ๐Ž ๐€๐๐Ž๐’๐“๐Ž๐‹๐Ž ๐Ÿ˜‡, in veste di pellegrino ๐Ÿ™Œ.
Una caratteristica, quella dei soffitti lignei intagliati, che riscontrerete in numerose altre chiese del paese; prima fra tutte il Santuario Basilica San Nicola da Tolentino.

All'interno del percorso espositivo del simbolico Castello della Rancia ๐Ÿฐ, gran parte della storia del territorio circos...
29/06/2025

All'interno del percorso espositivo del simbolico Castello della Rancia ๐Ÿฐ, gran parte della storia del territorio circostante la fortezza vi viene raccontata dal MUSEO ARCHEOLOGICO "ARISTIDE GENTILONI SILVERJ" ๐Ÿ›๏ธ. Antica e importante istituzione della Regione Marche, fondata nel 1882 per il volere del Conte ๐Ÿคด Aristide Gentiloni Silverj (1844-1936). Nobile โšœ๏ธ ed archeologo ๐Ÿค , proveniente da un'aristocratica famiglia originaria di Filottrano, che operรฒ a lungo a Tolentino dopo esservi trasferito e assunse per primo le funzioni di direttore del Museo ๐Ÿง‘โ€๐Ÿ’ผ, a lui intitolato.

Al primo piano dei locali del Castello tra l'ingresso e l'ala est, farete visita ai corredi tombali ๐Ÿชฆโšฑ๏ธ rivenuti nelle necropoli picene di Tolentino, oggetto di scavo da parte dello studioso a partire dal 1879, assieme ad alcuni pezzi della sua collezione privata: donazioni e successive acquisizioni, con materiali che arrivano sino all'etร  medievale ๐Ÿ‘‘๐Ÿ›ก๏ธ.
Un moderno allestimento nel contesto storico del maniero tolentinate vi narra le fasi evolutive del territorio che, tra l'Adriatico ๐ŸŒŠ e l'Appennino โ›ฐ๏ธ๐Ÿ—ป, nell'etร  del ferro รจ stato al centro dello sviluppo dell'iconica civiltร  picena ๐Ÿบ e in etร  romana ๐Ÿ—ฟ vide la nascita del municipio di "Tolentinum" ๐Ÿซ, oggi sepolto sotto lo sviluppo medievale e moderno del centro urbano.
Allo stesso tempo viene approfondita ai visitatori della storia dell'archeologia ๐Ÿ•ต๏ธโ€โ™€๏ธ๐Ÿ”Že dell'antiquaria ๐Ÿง, con particolare riferimento al titolare Aristide Gentiloni Silverj. Persona di spicco nel panorama culturale storico-archeologico del territorio marchigiano: il suo approccio arcaico, documentato attraverso le pagine dei suoi taccuini ๐Ÿ““๐Ÿ“”, apre una finestra sulle fasi storiche dell'archeologia e dei suoi metodi ๐Ÿช๐Ÿช.

Nel maggio 2021, all'interno dell'ala est del Castello, รจ stata inaugurata e aggiunta all'allestimento museale la sezione preistorica: "Attorno al fuoco ๐Ÿ”ฅ 10.000 anni fa: l'accampamento mesolitico di Contrada Pace". Un emozionante viaggio alla scoperta dell'era del Mesolitico: l'epoca degli ultimi cacciatori ๐Ÿ”ซ -raccoglitori ๐Ÿ„โ€๐ŸŸซ europei .
Le scoperte effettuate ๐Ÿ‘ท a Tolentino in localitร  Contrada Pace tra il 2019 e il 2020, hanno portato a reperire una porzione di manufatti in selce ใ€ฝ, resti ossei โ˜ ๏ธ๐Ÿฆด e diverse strutture come focolari ๐Ÿช“๐Ÿชต e aree carboniose โšซ. Le caratteristiche dei reperti hanno premesso subito di comprendere che si trattava dei resti di un accampamento di cacciatori-raccoglitori del Mesolitico antico (circa 11.500-8.400 anni fa). Una scoperta decisamente eccezionale considerando che, ad oggi, si tratta dell'unico sito della Regione Marche databile a questo periodo della preistoria ๐Ÿง”๐Ÿ›–. L'intera esposizione ruota attorno a quattro parole chiave che sintetizzano per intero il modo di vita delle popolazioni mesolitiche: cacciatori โ–„๏ธปใƒ†โ•โ•โ”ไธ€๐Ÿ’ฅ, raccoglitori ๐ŸŒพ๐Ÿฅœ๐ŸŒฐ , nomadi๐Ÿงโ€โ™‚๏ธ๐Ÿ”ฅ๐Ÿชถ, pescatori ๐ŸŽฃ๐ŸŸ .

Fiero, possente, maestoso... Uno dei simboli della cittร  di Tolentino, tornato di recente a disposizione dei turisti per...
29/06/2025

Fiero, possente, maestoso... Uno dei simboli della cittร  di Tolentino, tornato di recente a disposizione dei turisti per le visite, รจ il CASTELLO DELLA RANCIA ๐Ÿฐ. Fido guardiano della vita e dei viandanti nell'ampia campagna ๐Ÿž๏ธ circostante la media valle del Chienti dove, a metร  strada tra l'Adriatico ๐ŸŒŠ e i Sibillini ๐Ÿ—ป, ci racconta il suo passato da protagonista di battaglie โš”๏ธ, castellani ๐Ÿ‘‘, donzelle, condottieri e soldati ๐Ÿช–, monaci ๐Ÿง” e contadini ๐Ÿ‘จโ€๐ŸŒพ, principi ๐Ÿคด e baroni .
Si erge isolato nella contrada Rancia; direttamente raggiungibile dal casello di TOLENTINO Zona Industriale ๐Ÿญ dell'adiacente superstrada ๐Ÿ›ฃ๏ธ, sulla pianura situata alla sinistra del fiume Chienti ๐Ÿšฃ.

STORIA
La sua primaria costruzione si ispira ad una fattoria-granaio ๐Ÿšœ๐ŸŒพ fortificata del XII secolo di proprietร  dei Monaci Cistercensi dell'Abbadia di Fiastra ๐Ÿ’’, che vi avevano realizzato dei magazzini per la conservazione dei cereali ๐ŸŒฝ๐Ÿž๐Ÿงˆ. La stessa denominazione della fortezza si deve a mutazioni dello stesso termine francese "grange", ovvero fienile, pagliaio... ๐Ÿง‘โ€๐ŸŒพ๐Ÿ‘ฉโ€๐ŸŒพ Una romantica ipotesi, mai comprovata da documenti ufficiali, lo collega tuttavia al fatto che all'interno del suo cortile vi fosse un aranceto ๐ŸŒด๐ŸŠ; da cui deriverebbe l'alterato "Rancia"...
La mutazione della fattoria-granaio in un Castello fu voluto dal condottiero tolentinate Rodolfo II da Varano ๐Ÿซก;๐Ÿช–; il quale desiderava realizzare sia una dimora personale sia per scopi familiari ๐Ÿ‘ช, lavorativi e d'intrattenimento; sia per avere un luogo fortificato dove controllare i suoi territori ๐Ÿ“น e l'importante via di comunicazione dove transitavano merci ๐Ÿ“ฆ e pellegrini. Pur non avendo funzioni militari ฬธ/ฬธฬ…ฬ… ฬ†ฬ… ฬ…ฬ… ฬ…ฬ…, Rodolfo II aveva intuito le potenzialitร  del Castello soprattutto per quanto concerneva la strategica posizione.
Venne realizzato in quattro anni di lavorazione, dal 1353 al 1357.
La sua gagliarda mole fece sรฌ che divenisse presto centro di numerose battaglie โ–„๏ธปใƒ‡๐’ฆ๐“Ž๐“‡๐’พ๐“€โ”ไธ€๐Ÿ’ฅ - tra Rodolfo e il Conte Luzzo e Giovanni Acuto, capitani dei Fiorentini (1377) e tra le truppe di Braccio Da Montone e le truppe fermane del Migliorati (inizi del 1400) - e passaggi di proprietร . Dai Varano allo Stato Pontificio ๐Ÿ‡ป๐Ÿ‡ฆ, nel 1581 divenne possedimento dei Gesuiti โ›ชโœ๏ธ fino al 1773. In seguito alla soppressione dell'Ordine, passรฒ di proprietร  a diversi Marchesi grazie alle concessioni dei pontefici โ™— Clemente XIV e Pio VI; il quale sostรฒ nel 1782 nei pressi del Castello di ritorno da Vienna.
Nel 1815 il Castello fu protagonista della Battaglia di Tolentino [๐Ÿ—ก๏ธ] ~|~ [๐Ÿ›ก๏ธ] del 2 e 3 maggio. Episodio considerato come la prima battaglia combattuta per l'Indipendenza Italiana ๐Ÿ‡ฎ๐Ÿ‡น, tra il Regno Di Napoli ๐Ÿ‡ณ presieduto da Gioacchino Murat e l'Impero austriaco ๐Ÿ‡ฆ๐Ÿ‡น del generale Federico Bianchi, con la decisiva vittoria di quest'ultimo; vero e proprio esordio del Risorgimento italiano ๐Ÿ‘‘๐Ÿค๐Ÿ‘ข.
Negli anni a ve**re รจ stato riconvertito in una fattoria e abitato da varie famiglie. La zona dove si erge รจ stata attraversata da popoli, viandanti e santi ๐Ÿ˜‡ ed รจ stata teatro di scontri armati โ–„๏ธปใƒ†โ•โ•โ”ไธ€๐Ÿ’ฅ e luogo di transito ๐Ÿšถ, passaggio ๐Ÿšถโ€โ™€๏ธ e anche pellegrinaggio ๐Ÿšถโ€โ™‚๏ธ๐Ÿšถโ€โ™€๏ธโ›ช, tra cui la via Lauretana.
Nel 1973 รจ stato acquistato dal COMUNE DI TOLENTINO ๐Ÿซ. I primi lavori di restauro ๐Ÿ—๏ธ risalgono agli anni Novanta e sono proseguiti per diversi anni.
Oggi ospita il Museo Civico Archeologico "Aristide Gentiloni Silverj" ๐Ÿ›๏ธ๐Ÿบโšฑ๏ธ ed รจ sede tutto l'anno di diversi eventi ๐Ÿ“…, concerti ๐ŸŽค, spettacoli ๐ŸŽญ, manifestazioni, convegni ๐Ÿ—ฃ๏ธ e mostre. Si menzioni a tal proposito l'importante mostra della Biennale Umorismo Tolentino ๐ŸŽจ๐Ÿ–ผ๏ธ๐Ÿคฃ.

DESCRIZIONE
Il Castello della Rancia si presenta come un possente edificio ๐ŸŸ๏ธ di forma quadrangolare, composto da una cinta merlata rafforzata da tre torri angolari. L'ingresso primario, orientato a settentrione ๐Ÿงญ, รจ difeso a una torre portaia, sorvegliato dal mastio, e attraversato da un ponte in muratura con colonnine angolari e merlatura ghibellina. Allora era circondato da un fossato dal quale calava in ponte levatoio ๐ŸŒ‰.
Varcato l'ingresso, a sinistra troverete l'ambiente destinato al corpo di guardia ๐Ÿ’‚; oggi adibito alla biglietteria ๐ŸŽซ๐ŸŽŸ๏ธ del Castello.
La visita parte dal Museo Civico Archeologico ๐Ÿ›๏ธ, per proseguire nei camminamenti di ronda ๐Ÿšถโ€โ™‚๏ธ๐Ÿšถโ€โ™€๏ธ dell'aula est che vi condurranno ai piani superiori; nell'ampio salone adibito ad auditorium per mostre e alla cappellina barocca โ›ช eretta dai Gesuiti. Completamente spoglia, conserva soltanto l'altare con lo stemma dell'Ordine โšœ๏ธ e il piccolo campanile ๐Ÿ””โœ๏ธ che svetta adiacente all'aula ovest.
Ritrovatisi nel cortile interno, si conclude il percorso ai quattro piani seminterrati del Mastio ๐Ÿ—ผ, con scala a chiocciola ๐Ÿชœ. Le stanze segrete, collocate ai piani piรน inferiori, erano al tempo usate come prigioni ๐Ÿ”’โ›“๏ธ; testimoniate da grossi anelli in ferro infissi alle pareti. Piรน in alto, un altro piano accoglie il plastico e la sezione dedicata alla Battaglia di Tolentino ๐Ÿน๐Ÿ—ก๏ธ๐Ÿ›ก๏ธ.

Indirizzo

Castelfidardo

Orario di apertura

14:30 - 19:45

Sito Web

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