
29/03/2025
Sempre dentro mi rugge,
o splendida Catania
dalle pulsanti strade
e dai palazzi antichi,
lo specchio del tuo cielo
che la vista m’accarezza
nel vago rimbalzare
di zampillanti luci
sopra la cima cupa
del magico vulcano.
Il tuo dorato bordo,
che cinge la marina
di sabbia verso il Sud
ed il roccioso anello
che frange l’onde al Nord,
ti resero signora
d’un mare sempre azzurro,
in cui ti specchi memore
di mitiche leggende.
Già dalla piazza ,dove
dall’alto del suo trono
barrisce al cielo
il sornione elefante,
la via s’apre dritta
che porta alla montagna,
di cui diletta martire
t’onori d’esser figlia
e son del fuoco spento
della ruggente lava
gli spalti della strada
e l’annerite mura
di splendidi palazzi.
Il territorio a monte,
un tempo ricoperto
dal fuoco devastante
dell’orrido vulcano,
adesso lo sommergi
di case inerpicanti
i clivi ch’eran rudi
e solamente adorne
d’arbusti e di ginestre
Eterna tu sarai
perché d’eterna roccia
la pelle tua trabocca
e nulla al mondo esiste
che eguagli lo splendore
del fuoco ancora vivo
che l’anima t’avvolge
di vivido calore
e l’esser figlio tuo
d’orgoglio mi ricopre
e di stupenda gioia
( P. Nasca)