08/05/2025
Palinuro è legata a secoli di leggenda e mitologia. Sin dall'epoca greca la zona era temuta dai naviganti per la pericolosità dei suoi venti e delle sue correnti.
Virgilio nell’Eneide racconta le vicende di un eroe della guerra di T***a, Enea, che dalla Grecia navigò fino a Roma. Nel V libro, narra la storia di Palinuro, il nocchiero di Enea, tradito da Dio Sonno e caduto in mare durante una notte di navigazione. Per tre lunghi giorni e tre notti il naufrago si ritrovò in balia della tempesta. Una volta giunto a riva, con il corpo completamente ricoperto di alghe, viene scambiato dagli indigeni del luogo per un mostro marino, di conseguenza ucciso e abbandonato alle intemperie.
Enea, conosciuta la fine di Palinuro per bocca della Sibilla, è pronto a ritornare sul luogo dell'omicidio. La Sibilla rivela che il corpo non potrà mai più essere ritrovato perché preso dal Dio Nettuno ma che comunque i suoi assassini si ricorderanno in eterno di lui perché ad esso dovranno dedicare un cenotafio e proprio da esso prenderà il nome della terra in cui vivono. Si chiamerà per sempre Palinuro.
Oggi, lungo tutta l'area di Capo Palinuro è stato tracciato un anello di sentieri che permette di percorrere alcuni chilometri godendo di panorami unici. E’ i possibile salire all'interno di una grande pineta e raggiungere la sommità del Capo. Proseguendo in direzione del faro, si può poi imboccare il sentiero che copre la parte nord-occidentale del capo. Qui, circondati solo dal rumore del vento e dei gabbiani, si gode dall'alto un panorama unico