21/03/2025
Avete mai visto questa targa al numero 2 di Borgo la Croce? Noi sì, e adesso ne conosciamo la storia.
21 marzo Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie
In questa giornata del ricordo delle vittime di mafia, Firenze non può non ricordare la sua giovane cittadina vittima di mafia: Rossella Casini
Figlia unica di Loredano, ex dipendente della Fiat in pensione, e Clara, casalinga, viveva in Borgo la Croce con i genitori.
Rossella aveva 21 anni ed era una studentessa universitaria. Nel 1977 conobbe Francesco Frisina. studente calabrese fuorisede alla facoltà di economia che viveva, con altri studenti, nella stessa palazzina dove viveva la famiglia Casini. Rossella iniziò una relazione con Francesco, ignara che lo studente calabrese avesse legami con la 'Ndrangheta e che la sua famiglia fosse affiliata alla 'ndrina Gallico di Palmi.
Il 4 luglio 1979 due sicari uccidono il padre di Francesco, Domenico Frisina, e poco tempo dopo lo stesso Francesco viene ferito in un agguato. Rossella fa trasferire Francesco a Firenze per curare la sua ferita e viene a conoscenza della verità: la famiglia del suo fidanzato è affiliata alla 'ndrangheta, coinvolta nella guerra tra i clan Condello e Gallico di Palmi.
Durante la permanenza all'ospedale fiorentino, Rossella, con l'aiuto di un brigadiere di Polizia, riuscì a convincere Francesco a collaborare con la giustizia e raccontare dettagli sulla faida in corso a Palmi a un sostituto procuratore di Firenze. Rossella stessa il 14 febbraio 1980 rilasciò dichiarazioni su quanto aveva visto durante i suoi soggiorni a Palmi in Calabria al procuratore fiorentino Francesco Fleury, il quale trasmise gli atti alla procura di Palmi. La reazione della famiglia Frisina non si fece attendere, Francesco venne convinto dalla famiglia ad andare a Torino, e a ritrattare tutto con i magistrati. La colpa del pentimento di Francesco ricadde così su Rossella, la quale, comunque, non abbandonò la sua volontà di ti**re fuori Francesco dal mondo malavitoso, continuandolo a frequentare e a fare avanti e indietro tra Firenze e la Calabria.
Rossella scomparve il 22 febbraio del 1981 a Palmi. Quel giorno fece un'ultima telefonata al padre Loredano nella quale gli aveva annunciato che stava per tornare a Firenze. Il corpo di Rossella non è mai stato ritrovato.
Dopo la scomparsa di Rossella, avvenuta nel 1981, sulla vicenda cala un silenzio assordante. La madre Clara muore due anni più tardi distrutta da dolore, mentre il padre Loredano rimane da solo nella strenua ricerca della figlia. Si parlò del caso solo 13 anni più tardi, nel 1994, quando un quotidiano fiorentino riportò che il pentito palermitano Vincenzo Lo Vecchio, latitante tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80 a Palmi e affiliato al clan Gallico-Frisina, aveva raccontato agli inquirenti che Rosella Casini venne uccisa per aver convinto Francesco Frisina, il fidanzato, a collaborare con la giustizia. Secondo quanto riferì agli inquirenti lo stesso Lo Vecchio, Francesco dette il suo assenso all'eliminazione della fidanzata. "Fate a pezzi la straniera" fu l'ordine perentorio della 'Ndrangheta. Rossella, considerata una straniera, perché estranea all'ambiente calabrese e alle dinamiche culturali mafiose, venne rapita, stuprata, uccisa, fatta a pezzi e i resti del corpo furono gettati a mare, nei pressi della tonnara di Palmi.
Il processo di primo grado per il sequestro e l’omicidio della studentessa fiorentina iniziò il 25 marzo 1997, sedici anni dopo la sua scomparsa. Quattro le persone rinviate a giudizio per la sua atroce morte accusati dei reati di sequestro di persona e omicidio in pregiudizio: Domenico Gallico, il capo della 'ndrina, Pietro Managò, giudicato poi in un procedimento separato con giudizio abbreviato, il fidanzato Francesco Frisina e la sorella Concetta Frisina, insegnante di scuola media a Palmi e considerata la personalità più forte della famiglia Frisina dopo la morte del padre, descritta nella sentenza come intrisa di cultura mafiosa.
Il processo subì numerosi rinvii per questioni procedurali. L'appello si concluse nove anni dopo con una sentenza della Corte di Assise di Palmi di assoluzione degli imputati per insufficienza di prove.
Nel 2016 alla memoria di Rossella Casini il Comune di Firenze ha affisso una targa commemorativa nella strada in cui viveva: Borgo la Croce 2. Scandicci le ha intitolato una scuola. La storia di Rossella Casini è, inoltre, narrata nello spettacolo teatrale «Fate a pezzi la straniera».
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