ISOLA CAPO Rizzuto BEACH

ISOLA CAPO Rizzuto  BEACH LA VOCE DEL CITTADINO senza censura...

Casa vacanze ad isola di capo Rizzuto a spiagge rosse inf. Al 388.83.26.496
29/06/2025

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29/06/2025
28/06/2025

Mi chiamavo Tatiana.
Lei era mia figlia Elena.
Avevamo 36 e 13 anni.
Siamo scomparse il 30 maggio 2009.
E nessuno ci ha mai più ritrovate.

Immagina morire.
Anzi, essere uccise.
E non essere mai più trovate.
Nascoste. Dimenticate.
Cancellate.

Immagina essere sepolte sotto terra,
insieme ai vermi,
senza un nome,
senza un volto,
senza neanche una tomba su cui piangere.

Ci ha uccise chi doveva proteggerci.
Il mio compagno.
Il padre della mia seconda figlia.
L’uomo che Elena chiamava “papà”.

E la complice era mia sorella.
La donna a cui avrei affidato la vita.
Lei era lì.
Lei sapeva.
Lei ha scelto di restare in silenzio.

Quel giorno tornammo a casa.
Io dopo il lavoro.
Elena dopo la scuola.
Avevo comprato una videocamera
per filmare la recita della mia bambina più piccola.

È stato l’ultimo gesto d’amore.
Poi il buio.

Elena fu uccisa per prima.
Senza sangue.
Forse strangolata.
Aveva solo 13 anni.
Era abbastanza grande per capire.

Io ho lasciato tracce ovunque.
Il mio sangue sul termosifone.
Sulle tende.
Sui muri grattati via.
23 segni della mia esistenza.

Avevo scoperto tutto.
Il tradimento.
Il filmino hard.
I file sul suo computer.
La verità faceva paura.

Non volevo fargli del male.
Volevo solo proteggere mia figlia.
Volevo solo essere felice.
Volevo solo essere amata.
Questo è stato il prezzo da pagare.

Lui ha preso l’ergastolo.
Ma è già uscito due volte.
Lei ha scontato otto anni.
Ed è tornata libera in Moldavia.

E noi?
Siamo ancora qui.
Sotto terra.
Senza tomba.
Senza pace.
Senza giustizia piena.

Ma io mi chiamo Tatiana.
Mia figlia si chiamava Elena.
E oggi qualcuno ci ascolta.
E racconta la nostra verità.

Non siamo solo un mistero.
Siamo la prova che l’amore non salva sempre.
Ma la memoria, sì.
E noi non saremo mai più silenzio.

© Irene Vella

28/06/2025
28/06/2025

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Sanzioni anche a Le Castella

Proseguono serrati i controlli della Guardia Costiera lungo il tratto di costa ricadente nella giurisdizione della Capitaneria di porto di Crotone, che si estende da Crucoli a Sellia Marina. Le verifiche hanno interessato numerose strutture turistiche e stabilimenti balneari, con particolare attenzione a Le Castella, nel Comune di Isola di Capo Rizzuto.

I militari hanno ispezionato le concessioni demaniali, le dimensioni delle aree occupate, le dotazioni di sicurezza e il rispetto delle prescrizioni contenute nell'Ordinanza di sicurezza balneare vigente.

Nel corso delle attività sono state accertate irregolarità in sei stabilimenti balneari tra Le Castella, Sellia Marina, Cropani e Botricello. Complessivamente, sono state elevate sanzioni amministrative per oltre 6.000 euro.

Nel dettaglio, in quattro strutture, nonostante la presenza di bagnanti, è stata rilevata l'assenza del personale addetto al servizio di assistenza e salvataggio, mentre in altri due stabilimenti sono emerse carenze nelle dotazioni di sicurezza previste.

La Guardia Costiera continuerà nei prossimi giorni le attività di controllo per garantire il rispetto delle norme, la tutela della sicurezza in mare e il corretto utilizzo delle aree demaniali marittime.

25/06/2025

Indirizzo

Isola Di Capo Rizzuto

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