
07/04/2025
Lettera aperta della Sezione di Firenze del Club alpino italiano alla Regione Toscana 🖋️
Il Club Alpino Italiano è l’associazione che pone le montagne al centro della sua attenzione. Si dedica allo studio delle caratteristiche ambientali, effettua la manutenzione dei sentieri, cura la diffusione della conoscenza dei territori montani e della loro storia, si impegna nella formazione di coloro che frequentano la montagna nelle varie modalità.
Nell’assistere ai recenti eventi meteorologici nel Mugello, che citiamo come esempio, abbiamo avuto l’ennesima conferma della fragilità dei nostri rilievi. L’Appennino è una catena montuosa da anni sottoposta, oltre che all’abbandono da parte di coloro che un tempo avevano cura di mantenere questo territorio, a significativi eventi sismici e dissesti franosi di ogni genere. Tutto questo avveniva già prima dell’acuirsi della crisi climatica (siamo fra quelli che la denunciano da qualche decina di anni e che segnalano questo degrado) ed oggi ogni evento è diventato disastroso a causa di “bombe” di pioggia e di tempeste di vento sempre più frequenti. Anche i sentieri, che sono la viabilità essenziale per il turismo sostenibile, risorsa importante per l’economia del territorio, sono danneggiati pesantemente da questa situazione; numerosi percorsi sono stati travolti da frane e sono stati ostruiti dai numerosi alberi caduti; per il loro recupero saranno necessari interventi, quando sarà possibile, da parte delle amministrazioni.
Facciamo un appello affinché chi, come voi, è preposto alle scelte sul governo del territorio promuova attività di prevenzione adeguate per cercare di evitare o ridurre le conseguenze dei disastri a cui stiamo assistendo con troppa frequenza. Le scelte della società, in passato, hanno troppo spesso ignorato o sottovalutato le conseguenze di certe decisioni ed oggi ne vediamo gli effetti.
Un caso sono le discariche realizzate in luoghi remoti e che oggi riemergono; la drammatica situazione che si è creata nel torrente Rovigo riporta alla mente decisioni prese più volte in un lontano passato che potrebbero determinare il ripetersi di analoghi fenomeni in altre zone del territorio montano. Occorre individuare i luoghi in cui possono essersi create condizioni di pericolosità. Non possiamo più permetterci di prendere decisioni che incidono sulla fragilità dei rilievi e mettono a rischio questi territori.
È di pochi giorni fa la notizia che la Giunta Regionale si è riunita a Casaglia. Un gesto simbolico importante di solidarietà per l’attenzione verso una popolazione che ha subito danni per alluvioni e frane con una frequenza inaccettabile, in un territorio già martoriato anche da importanti eventi sismici. Gli abitanti di questi luoghi oggi hanno bisogno di ristori ma anche di tanta prevenzione per vivere in sicurezza nel futuro. È innegabile che questi dissesti, troppo frequenti, incidano negativamente sulla vivibilità della montagna che è già troppo spopolata; senza interventi adeguati, anche per coloro che vogliono rimanere la vita diventa impossibile.
Eravate a pochi chilometri da dove avete deciso, per noi in modo inopportuno, di far costruire un enorme impianto eolico che imporrà a questa montagna altre tonnellate di cemento e ferro, che assieme agli ingenti interventi di sbancamento, già in atto per raggiungere i luoghi dell’impianto, accentueranno inevitabilmente il dissesto dei versanti con ulteriori danni per le popolazioni del luogo. Alla realizzazione di tale scempio si oppose, non a caso, lo stesso sindaco di Marradi, ma rimase inascoltato per il prevalere di altri interessi.
Noi siamo favorevoli alle energie rinnovabili, lo abbiamo sempre detto e sarebbe assurdo pensare il contrario, ma vanno trovate soluzioni adeguate ed equilibrate che non trascurino la sicurezza della popolazione e tengano conto dei rischi legati agli eventi naturali. Una valutazione oggettiva porterebbe a decidere che l’Appennino non è un luogo idoneo alla realizzazione di mastodontici impianti come quello che avete approvato.
A nostro giudizio non è un esempio positivo, come spesso affermate, ma un errore di valutazione evidente.
Auspichiamo quindi che l'Appennino, nella legge che state definendo al fine di identificare i luoghi idonei alla costruzione di impianti eolici, venga protetto da iniziative e progetti che tendono ad accentuare le criticità che si stanno manifestando sempre più frequentemente. È una questione di ragionevolezza e di coscienza.
Club alpino italiano Sezione di Firenze
Club alpino italiano Regione Toscana
Firenze 4 aprile 2025