A partire dai secoli XI e XII, è noto che veniva usato un altro itinerario – oltre la più conosciuta via Francigena – dai pellegrini che si recavano a Roma, il cui flusso era alimentato soprattutto da “tedeschi e ungari” (così venivano chiamati nel medioevo chi proveniva dai paesi dell’Europa centro-settentrionale e dall’area danubiana). Si trattava di una strada, chiamata “via di Alemagna” o ”via
Teutonica”, che utilizzava principalmente il passo del Brennero e raggiungeva la pianura padana, ove dava luogo a una serie di percorsi terrestri e acquatici, che si indirizzavano verso la via Emilia, grande collettore dei transiti per Roma. Procedendo poi verso sud, la via superava la dorsale appenninica con un ventaglio di valichi. Attraverso la vallata casentinese, la strada arrivava poi ad Arezzo, proseguendo per la val di Chiana sino a Cortona, al lago Trasimeno e a Orvieto, da dove si portava a Montefiascone per raccordarsi alla via Francigena e giungere così a Roma. Anche la via del Brennero ha costituito uno dei momenti fondanti dell’Europa moderna. Abbiamo inoltre ll «Viaggio al Concilio di Firenze» il primo diario di viaggio di un russo nelle terre europee occidentali: un anonimo, al seguito del vescovo russo ortodosso Isidoro, viene al Concilio di Firenze del 1437. Da Mosca a Lubecca, l'Austria e le Alpi, arriva a Ferrara e da qui, attraverso la Val Lamone e Marradi giunge a Firenze, È quindi da auspicare che l’antica via dei pellegrini che dalla Germania, attraverso l’Austria, giungeva in Italia divenga, come la via Francigena, un itinerario culturale europeo.