26/05/2025
Se LAGAP, pur non essendo né aspirando a diventare un’associazione di protezione ambientale, non si pronunciasse in merito alla recente proposta di riforma della caccia e conseguente tutela dei selvatici, verrebbe meno ad uno dei suoi ruoli di sindacato di guide ambientali escursionistiche.
Siamo professionisti che in natura ci lavorano, e sappiamo bene cosa già comporti, per mesi, giocare a rimpiattino con l’esercito delle doppiette ogni volta che organizziamo un’escursione.
Da Guide, è fin troppo semplice capire come non vi sia una sola modifica tra quelle proposte, che non vada ad arrecare danno al nostro lavoro, all’ambiente, o a entrambi. Inoltre, l’ulteriore aumento delle competenze in materia da parte delle Regioni e la marginalizzazione dell’apporto scientifico dell’ISPRA lasciano presagire senza alcuna difficoltà come la norma sarà applicata nelle Regioni italiane governate dai partiti che questo provvedimento si stanno intestando.
Continua la decisa inversione di rotta nell’ambito della tutela ambientale, già messa a dura prova, nei fatti, da un approccio meramente estrattivista nei confronti delle risorse naturali.
Ed allora, siamo sì Guide, che cercano di tutelare il proprio diritto al lavoro, ma anche cittadini, e di fronte ad un tale scempio di ogni parere scientifico e di ogni normativa nazionale ed internazionale, viene da chiedersi, prima di tutto, quale visione abbia questa classe politica, e quale vogliamo avere noi, dell’ambiente nel quale viviamo, per noi stessi e per le generazioni future.
Perché vedere la gestione dell’ambiente, e delle problematiche ad esso connesse di coesistenza tra uomo e natura, solo attraverso il mirino di un fucile, riporta la questione indietro di decenni, a quando gli animali selvatici erano considerati o selvaggina cacciabile oppure presenze nocive che andavano sterminate.
Se ad animare il provvedimento sia il desiderio di compiacere una parte del proprio elettorato, oppure una totale mancanza di comprensione della complessità di un ambiente naturale, come quello italiano, messo a dura prova dall’elevatissima antropizzazione, o entrambe le cose, difficile dirlo; quali che siano le motivazioni, LAGAP ed i suoi soci non possono che dirsi contrari a queste scellerate proposte e prepararsi a tutte le azioni di contrasto necessarie.