14/05/2025
Dove si nascondevano i milanesi durante la guerra?
Dispersi in tutta Milano, nel 1943 c'erano circa 15.000 ricoveri privati e un centinaio pubblici o scolastici.
Già dal 1936, infatti, il Regio Decreto aveva stabilito che in ogni nuova costruzione ad uso abitativo fosse disposto anche un rifugio antiaereo.
Le zone più bersagliate erano i luoghi dell'economica, le fabbriche e le infrastrutture di trasporto.
Ma come riconoscerli?
Visto che era necessario sapere dove andare, in tutta la città era stata predisposta una apposita segnaletica come frecce direzionali bianche e nere, o le lettere "U.S." (Uscita di Soccorso) oppure "R" (Rifugio). Anche sotto piazza Duomo c'era un grande rifugio antiaereo, proprio dove ora si trovano gli uffici ATM.
Ma il più famoso è in piazza Grandi.
Proprio sotto la monumentale fontana, il rifugio poteva contenere fino a 430 persone. Riqualifica della piazza e costruzione del rifugio erano parte dello stesso progetto.
Perché proprio qui?
Perché era vicino a luoghi economicamente strategici, come la stazione di Porta Vittoria o il macello comunale! Essendo pubblico, tutti potevano accedervi.
Se la piazza e il colosso di bronzo sono opera dello scultore Giuseppe Grandi, il progetto della fontana è di un allievo tedesco di Wildt. Da 4 ingressi si accedeva ad uno spazio rettangolare diviso in piccole stanze, mentre il blocco turrito da cui esce l'acqua serviva anche per il ricambio dell'aria: una soluzione geniale.