27/02/2025
ESPRESSIONI SICILIANE E MODI DI DIRE andati perduti o quasi:
"TI QUAGGHIAU 'A MENNULA?"
QUAGGHIARI 'A MENNULA ( coagulare la mandorla) ha il significato di raggiungere la maturità intellettiva e morale, così come nel tempo la mandorla si coagula, si rassoda dentro il guscio, anche il cervello umano segue un identico processo di maturazione , anche se sappiamo bene che per certuni il processo è parziale o addirittura impossibile.
Si accosta quindi la maturazione mentale di un individuo a quella della mandorla. Questa, quando non è ancora pronta per la raccolta risulta molle al suo interno; una volta matura aumenta di consistenza (quagghia).
Il termine "quagghiàri" origina da cagliare, coagulare; tutte parole derivate dal latino "coàgere".
Lo si ritrova in tutte le più importanti lingue di origine neo latina: cuajar (spagnolo), coalhar (portoghese), ca***er (francese) .
La mandorla passa attraverso tre stadi di maturazione.
In quello iniziale il guscio è verde, tenero, e il frutto cristallino ("a mennula virdi"); si mangia intero: il lieve sapore acidulo è gradevole, e di grande effetto dissetante. Mangiare mandorle verdi fa bene al cuore, protegge le pareti dei vasi sanguigni, previene malattie cardiovascolari e riduce il rischio di infarto.
Le mandorle verdi aiutano a far scendere il colesterolo cattivo LDL, fanno bene alle ossa ed evitano il rischio di osteoporosi, aiutano il sistema immunitario a essere più forte e a contrastare al meglio i malanni stagionali.
Essendo una situazione transitoria della mandorla la si può mangiare solo nel periodo che va da fine marzo a tutto aprile.
Hanno però la contraddizione di contenere a percentuali di sostanze tossiche per l'uomo come il cianuro, quindi vanno ingurgitate con moderazione /non più di 3/7 al giorno per evitare mal di pancia o peggio.
Successivamente il mallo esterno si asciuga, la parte sottostante diventa legnosa, e il frutto "coagula" conservando una pellicola giallo chiaro con venature marroni: "a mennula quagliata" facile da sbucciare, dal gusto delizioso e leggero.
Infine il mallo secca accartocciandosi, il legno indurisce, il frutto diviene croccante, la pelle color marrone è "a mennula fatta" dal caratteristico lieve sapore dolce/acido destinata quasi totalmente all'industria dolciaria.
E' il momento della "scutulatura" (scuotimento) che veniva fatto da esperti "scutulaturi" (scuotitori) che con delle lunghe canne abbacchiavano le mandorle che cadevano a terra; i "cuglitura" (raccoglitori) in prevalenza donne e ragazzi, le raccoglievano nelle "coffe" (sporte di raffia intrecciata) e le portavano in magazzino.
Qui si procedeva alle "scrucchiulatura"(asportazione del mallo secco) e alla "scacciatura": un gruppo di donne si portavano da casa una pietra d'appoggio (la balata) e la "giaca" (grosso pezzo di ghiaia liscio) per picchiare le mandorle con abilità e velocità notevoli, avendo le dita fasciate come i giocatori di pallavolo a scanso di dolorosi errori.
Il guscio cadeva a terra, il frutto nel grembo della schiacciatrice. Donne e bambini di casa partecipavano con varie mansioni a tutte queste fasi, che si svolgevano fra giaculatorie, canti tradizionali, prese in giro e scherzi innocenti; si partecipava anche ai pasti collettivi (che erano a carico del proprietario), a base di pentoloni di pasta, di minestroni, di melanzane "aquagliu" (cucinate con pomodori, aglio e aromi vari) sarde salate, pane e vino.
Il lavoro veniva pagato in denaro, ma anche con prodotti agricoli (prime ovviamente le mandorle stesse).
Le poche mandorle sfuggite all'occhio pur lungo degli scutulatura erano preda dei "viscugliatura" gruppetti familiari di contadini più poveri che, col permesso del proprietario (e talvolta anche senza) le abbacchiavano e le tenevano per sè .
Quindi a mennula non solo quagghia ma matura e cangia, come l'animo umano.
Fonti: Lumie di Sicilia; Ricordi di.....mandorle di Enzo Motta
Nella foto: Smallatura manuale delle mandorle.