19/03/2025
Un po’ di storia
1. Origini e contesto storico
Palazzo Farris, conosciuto anche come Casa Farris, è un edificio storico situato nel cuore di Sassari, al numero 23 del Corso Vittorio Emanuele II. La sua costruzione risale al XV secolo, periodo in cui la città era sotto la dominazione Aragonese (1323-1479).
La Sassari medievale, grazie alle alleanze con Pisa e Genova, aveva già conosciuto una notevole crescita economica e urbanistica. Durante il dominio aragonese, tuttavia, la città attraversò una fase turbolenta fatta di rivolte, carestie e pestilenze, che ne rallentarono l’espansione fino alla pace del 1420. In quel periodo riprese l’attività edilizia, con la costruzione di numerosi edifici in stile tardogotico catalano, tra cui Palazzo Farris e il vicino Palazzo Guarino.
A differenza di città come Alghero, dove l’architettura catalana si impose in modo uniforme, Sassari mantenne un mix di influenze locali e iberiche, soprattutto negli edifici religiosi. Tuttavia, nei palazzi nobiliari e civili, lo stile catalano fu adottato in maniera più diretta.
2. I primi proprietari e le famiglie nobiliari
La documentazione storica disponibile sul Palazzo Farris è limitata e frammentaria. Un documento cinquecentesco dell’Archivio Comunale di Sassari attribuisce la proprietà dell’edificio alla famiglia Manca, potente casata mercantile cittadina. Nel 1596, il Comune di Sassari affittò per 49 lire alcuni magazzini situati sotto il palazzo, appartenenti a Don Jayme Angel Manca, un esponente di spicco della famiglia.
I Manca erano mercanti di successo e membri dell’oligarchia locale, acquisendo feudi e titoli nobiliari sotto il regno di Alfonso V d’Aragona (1416-1458). Le loro ricchezze permisero loro di investire nell’edilizia, contribuendo alla costruzione di numerose case gotico-catalane nel centro storico di Sassari.
3. L’architettura di Palazzo Farris
Palazzo Farris è composto in realtà da due edifici attigui che affacciano su Corso Vittorio Emanuele II e costeggiano Via Cetti, una strada storica che il palazzo sovrasta con un archivolto quattrocentesco.
L’edificio è caratterizzato da:
• Un portico con archi a sesto ribassato, sostenuto da colonne con capitelli fitomorfi, elementi tipici dell’architettura catalana.
• Tre livelli fuori terra più le cantine, utilizzate per depositi e magazzini.
• Finestre gotiche con decorazioni vegetali e geometriche, molto simili a quelle di Casa Guarino e Casa Meloni.
Nel tempo, il palazzo ha subito diversi interventi strutturali, tra cui un’importante ristrutturazione tra il 1922 e il 1925, periodo in cui i magazzini al piano terra vennero decorati con affreschi realizzati dal pittore Maninchedda, artista noto per il suo stile sardo-déco.
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4. La famiglia Farris e le attività commerciali
Nel XVIII secolo, l’edificio passò alla famiglia Farris, una nobile casata sarda che ottenne titoli e privilegi sotto il regno dei Savoia. Nel 1745, il re Carlo Emanuele III concesse a Francesco Farris di Siniscola e ai suoi discendenti il titolo di cavaliere e nobile, assieme a uno stemma araldico.
Oltre alla nobiltà, i Farris si distinsero per il loro spirito imprenditoriale. Aprirono diverse attività commerciali, sia a Sassari che a Siniscola, gestendo un importante emporio fondato nel 1935. Questo negozio offriva un’ampia gamma di prodotti, tra cui:
• Stoffe e tessuti pregiati
• Coltelli artigianali e berretti tradizionali
• Generi alimentari e casalinghi
• Abbigliamento e accessori
Anche a Sassari, i Farris utilizzarono i magazzini sotto il palazzo per attività commerciali, consolidando la loro influenza nell’economia cittadina.
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5. Il declino e il restauro del palazzo
Dopo decenni di utilizzo, il palazzo subì un lento degrado strutturale, aggravato dalla mancanza di manutenzione e da interventi edilizi poco adeguati tra gli anni ’60 e ’70. Le coperture in legno vennero sostituite con solai in laterocemento, compromettendo l’equilibrio dell’edificio.
Nel 2008, venne avviato un grande progetto di restauro conservativo sotto la direzione dell’architetto Domenico Marcello Sassu. I lavori, finanziati con ingenti capitali privati, permisero di:
• Consolidare la struttura originaria e rimuovere le superfetazioni moderne.
• Recuperare gli elementi architettonici gotico-catalani, come archi e colonne.
• Ripristinare gli affreschi storici nei locali al piano terra.
• Implementare tecnologie per il risanamento murario, come l’inversione di polarità per eliminare l’umidità di risalita.
Nel 2014, i lavori si conclusero con successo, restituendo a Sassari uno dei suoi edifici storici più rappresentativi.
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6. Il Palazzo Farris oggi
Dopo il restauro, Palazzo Farris è stato trasformato in una boutique house di lusso, che oggi ospita 10 suite di charme. Gli spazi sono stati adattati per garantire comfort moderni, pur mantenendo il fascino storico del palazzo.
L’edificio si affaccia sul Corso Vittorio Emanuele II, che nei secoli è rimasto un punto nevralgico della città. Le bifore e i capitelli gotici, restaurati con cura, testimoniano la storia nobiliare dell’edificio e il suo legame con la Sassari medievale.
Palazzo Farris rappresenta un raro esempio di architettura quattrocentesca ancora presente a Sassari. La sua storia è legata a grandi famiglie nobiliari, come i Manca e i Farris, che hanno influenzato l’economia e la società cittadina per secoli.
Il recente restauro conservativo ha permesso di salvare l’edificio dal degrado e di restituirlo alla città, trasformandolo in una struttura ricettiva di alto livello. Oggi, il palazzo continua a essere un simbolo del patrimonio storico di Sassari, testimone di secoli di trasformazioni urbanistiche, sociali ed economiche.
*Alcune foto del restauro