Fondazione Altopiano della Giara

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Fondazione Altopiano della Giara Pagina ufficiale della Fondazione Altopiano della Giara Da qui parte anche il percorso di Fra’ Nicola.

La FONDAZIONE ALTOPIANO DELLA GIARA è un soggetto di diritto privato senza scopo di lucro, costituito nel 2021 dai Comuni di GENONI, GESTURI, SETZU e TUILI allo scopo di perseguire finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio. L’attività della Fondazione consiste nella gestione diretta di tutti i servizi inere

nti alla salvaguardia e alla valorizzazione delle zone di interesse culturale e turistico dei quattro Comuni Fondatori, con particolare riferimento all’Altopiano della Giara, il cui territorio ricade appunto tra i Comuni di Genoni, Gesturi, Setzu e Tuili dai quali, inoltre, si diramano le
principali quattro strade di accesso. Il nostro personale, che presidia i quattro accessi all’Altopiano della Giara 365 giorni all’anno, é a vostra disposizione nei quattro info point per fornire informazioni e indicazioni sui percorsi e sulle bellezze naturalistiche dell’Altopiano della Giara. La Fondazione si occupa, inoltre, dell’organizzazione e gestione di attività culturali, artistiche e ricreative di interesse sociale, di diffusione della cultura con l’intento di promuovere lo sviluppo e la tutela del territorio di competenza e di operare quale organismo di indirizzo, di
programmazione, di coordinamento e di propulsione delle iniziative volte al rinnovamento economico, sociale e culturale dell’area dell’Altopiano della Giara. Sull’Altopiano della Giara, la Fondazione gestisce anche il giardino botanico Morisia, esteso per cinque ettari: è un vero e proprio Museo a cielo aperto, dove è possibile scoprire le principali specie floristiche dell'Altopiano, le orchidee e gli undici endemismi. La Fondazione Altopiano della Giara gestisce i musei di Gesturi, Setzu e Tuili ed è partner dei musei di Genoni. Tutti i musei sono collegati con la gestione dei quattro ingressi alla Giara al fine di creare un’offerta unica e integrata volta a promuovere il territorio in maniera sinergica e coordinata. Il Museo della Giara di Gesturi è situato al centro del paese in un edificio storico noto come Municipiu becciu. Il percorso museale si sviluppa lungo tre sale espositive ricche di contenuti e un’apprezzata aula didattica. Il Museo “Filo di memoria” di Setzu è legato alla Domus de Janas Sa Domu 'e s'Orku presente sull’Altopiano della Giara. Il filo della memoria lega concettualmente il museo agli attrattori significativi del territorio: archeologia, antropologia, natura e storia. L’inserimento di Villa Asquer di Tuili nel circuito museale diventa strategico sia perché è di per sé un monumento storico, opera dell'Arch. Gaetano Cima, sia perché al suo interno ospita ben due musei: il Museo degli Strumenti Musicali e il Museo dell’Olivo e dell’Olio. Anche Genoni conta due musei: il Museo PARC, Paleo Archeo Centro, un luogo privilegiato per lo studio dei fenomeni paleontologici e archeologici, e il Museo del Cavallino della Giara, che ha il compito di raccogliere le testimonianze del paese. Il fine ultimo della Fondazione è quello di creare un polo turistico-culturale capace di intrattenere il visitatore per più giorni grazie a un’offerta rivolta a diverse utenze: bambini e scuole, famiglie e coppie di adulti, anziani, amanti della natura e della cultura, escursionisti e sportivi.

🌼 𝐋'𝐄𝐋𝐈𝐂𝐑𝐈𝐒𝐎 🌼🍃 𝐻𝑒𝑙𝑖𝑐ℎ𝑟𝑦𝑠𝑢𝑚 𝑚𝑖𝑐𝑟𝑜𝑝ℎ𝑦𝑙𝑙𝑢𝑚;𝐸𝑙𝑖𝑐𝑟𝑖𝑠𝑜;𝑆𝑐𝑜𝑣𝑎 𝑑𝑒 𝑆𝑎𝑛𝑡𝑎 𝑀𝑎𝑟𝑖𝑎, 𝐵𝑟𝑢𝑠𝑐ℎ𝑖𝑎𝑑𝑖𝑛𝑢.🍃 Specie endemica di Sardegna, Cors...
17/06/2025

🌼 𝐋'𝐄𝐋𝐈𝐂𝐑𝐈𝐒𝐎 🌼

🍃 𝐻𝑒𝑙𝑖𝑐ℎ𝑟𝑦𝑠𝑢𝑚 𝑚𝑖𝑐𝑟𝑜𝑝ℎ𝑦𝑙𝑙𝑢𝑚;
𝐸𝑙𝑖𝑐𝑟𝑖𝑠𝑜;
𝑆𝑐𝑜𝑣𝑎 𝑑𝑒 𝑆𝑎𝑛𝑡𝑎 𝑀𝑎𝑟𝑖𝑎, 𝐵𝑟𝑢𝑠𝑐ℎ𝑖𝑎𝑑𝑖𝑛𝑢.

🍃 Specie endemica di Sardegna, Corsica e Baleari, l'elicriso appartiene alla famiglia delle composite, una delle più diffuse. Talora alcune specie appartenenti a tale famiglia sono addirittura infestanti, come cardi, cicorie, margherite, fiordalisi etc. etc.

🍃 Predilige le aree assolate, come si desume dal nome scientifico del genere Helichrysum, dato dal greco "helios" (sole) e "khrysos" (oro) per il colore giallo vivo dei fiori.
Sulla Giara è, a tratti, molto diffuso in agro di Gesturi e di Genoni, mentre è meno presente a Setzu e a Tuili.

🍃 Caratteristica peculiare delle specie appartenenti a questa famiglia è quella di non avere dei fiori isolati ma delle infiorescenze, appunto, composite, dette corimbi, dove tanti piccoli fiorellini raggruppati, pur se sorretti da peduncoli di diversa lunghezza, formano un "falso fiore" più o meno compatto e uniforme.

🍃 Nel caso dell'elicriso il corimbo è costituito da un numero variabile di piccoli fiorellini, mediamente nell'ordine di 15/30.

🍃 Pianta molto aromatica, deve uno dei suoi nomi dialettali: "Bruschiadinu", alla pratica un tempo comune di utilizzarla per bruciare le setole dei suinetti sacrificati, alla cui cotenna conferisce un profumo e un sapore molto particolari e apprezzati.

🍃 I turisti, soprattutto "nordici", che vengono in Sardegna in questo periodo sentono e apprezzano molto il profumo dell'elicriso.
È capitato parecchie volte che dei turisti giunti sulla Giara d'un tratto si fermino durante l'escursione ad annusare l'aria, col collo rigido e naso all'insù, "sgniff sgniff" e poi ancora "sgniff sgniff" fino a chiedere: _"cos'è questo profumo così buono?"_ a noi... indigeni, campagnoli di lunga data, ormai talmente assuefatti alle fragranze della nostra terra che quasi non le sentiamo più.

🍃 In questi casi per rispondere alla domanda e cercare di evitarsi una br**ta figura ci si aiuta con l'esperienza e si va per tentativi: _"è questo?"_ si chiede dapprima facendo annusare delle foglioline di cisto che hanno il profumo che colpisce la percentuale maggiore di visitatori.
Se non è il cisto si fa il secondo tentativo con l'elicriso e in genere ci si azzecca. Una percentuale minore sente anche l'odore del lentisco.
Se non è nessuno dei tre è probabile che il nostro interlocutore abbia un senso dell'olfatto particolare e la cosa si fa complicata, in questo caso conviene lasciar cadere con disinvoltura la domanda e... andare avanti.

(📸: foto e testo di Antonello Piras)

🐎 Passando nel versante nord-ovest dell’Altopiano della Giara, nel territorio di Genoni, a poco più di un chilometro olt...
13/06/2025

🐎 Passando nel versante nord-ovest dell’Altopiano della Giara, nel territorio di Genoni, a poco più di un chilometro oltrepassando “Zeppara Manna”, arriviamo all'ultima palude.

🐎 Ci sono due “Pauli Maiori” sull'Altopiano: la più grande si trova nel territorio di Tuili, mentre la seconda si trova nel territorio di Genoni. Per distinguerla da quella di Tuili, le assegnarono il nome di “Pauli maiori de susu” (“Palude maggiore di sopra”), anche se in verità rimane nella parte più bassa della Giara.

🐎 Ci sono periodi molto piovosi in cui la palude raggiunge l'imbocco della strada e periodi meno piovosi in cui è possibile fare tutto il giro della palude.

🐎 Meta di tanti uccelli migratori (i quali la usano come area di sosta e alcuni anche per nidificare come il germano reale e le folaghe) e di cinghiali, non può non essere attraversata anche dall'immancabile cavallino della Giara, il quale entra in acqua sia per difendersi dagli insetti sia per nutrirsi di un’erba acquatica di cui va ghiotto.

🐎 Un altro particolare legato a Pauli Maiori de Susu è che si trova circondata da moltissime siepi di mirto, delle quali non si può non sentire il gradevole profumo.

(📸: foto di Mario Melis)

🐎 𝐕𝐈𝐒𝐈𝐎𝐍𝐈 𝐄...𝐕𝐈𝐒𝐈𝐎𝐍𝐀𝐑𝐈 🐎🍃 Primavera di tanti anni fa, fine aprile-inizio maggio del 1989.🍃 Eravamo, ai tempi,  un grupp...
11/06/2025

🐎 𝐕𝐈𝐒𝐈𝐎𝐍𝐈 𝐄...𝐕𝐈𝐒𝐈𝐎𝐍𝐀𝐑𝐈 🐎

🍃 Primavera di tanti anni fa, fine aprile-inizio maggio del 1989.

🍃 Eravamo, ai tempi, un gruppo di 16 baldi inesperti giovani provenienti dai comuni di Gesturi, Tuili e Setzu che avevano appena iniziato la loro avventura di lavoro sulla Giara con la formazione di 2 Società Semplici. Avremmo in seguito costituito la cooperativa "Sa Jara Manna" che ha operato per tanti anni e, in tempi recenti, saremmo tutti confluiti nella "Fondazione Altopiano della Giara" di nuova costituzione.

🍃 Il progetto iniziale, partito nel settembre 1987 e finanziato dalla R.A.S. prevedeva che avremmo operato per 3 anni nell'ambito della "Tutela, Manutenzione e Promozione" nel costituendo (?) Parco della Giara e che, scaduto il triennio, saremmo dovuti andare avanti con le nostre forze e con le competenze nel frattempo acquisite.

🍃 In tale ottica l'allora XXVma Comunità Montana della Giara, che era l'ente pubblico locale nostro referente, aveva predisposto per noi alcuni corsi di formazione alquanto...tosti.
In uno di questi, fra i vari docenti, vi era anche il dottor Siro Vannelli.
Il primo impatto che avemmo con lui (così come anche con gli altri professori, a dire il vero) non fu certo entusiasmante. Quello strano attempato signore parlava con voce pacata ma i suoi discorsi erano troppo impegnativi per noi giovinetti che avevamo fatto le sole scuole dell'obbligo proprio per... obbligo. Addirittura si ostinava a indicare le specie vegetali con il nome scientifico e pretendeva da noi di fare altrettanto, così quella che per noi era sempre stata "sa moddizzi" era invece Pistacia lentiscus, "s'iscili" era Quercus ilex, "s'ollioni" era Arbutus unedo etc. etc.
Arabo per noi.

🍃 Solo in seguito avremmo poi saputo e capito che quel signore era uno studioso molto importante in ambito regionale e non solo, tanto che il Comune di Cagliari gli avrebbe poi intitolato un bellissimo Parco Cittadino in zona Fonsarda.
Ispettore forestale per tanti anni e autore di oltre 200 pubblicazioni scientifiche in materia di botanica e paesaggistica, lui amava definirsi "dendrologo", uno studioso degli alberi, ma era di più, era un "visionario", una di quelle persone che riescono ad andare oltre il comune vedere.

🍃 Ne avemmo conferma quella mattina che giunti al parcheggio sull'altopiano per la sua prima lezione in esterna si allontanò senza spiegazioni dal gruppo e rimase a lungo immobile a fissare la vallata sottostante. Noi parlavamo e scherzavamo quasi dimentichi di lui, quando d'un tratto ci chiamò a raccolta con tono concitato "𝑟𝑎𝑔𝑎𝑧𝑧𝑖 𝑣𝑒𝑛𝑖𝑡𝑒!"
Ci avvicinammo stupiti per la sua agitazione e con qualche sorrisino divertito, "𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑎𝑡𝑒 !” ci disse indicando la vallata. Guardammo, e poi guardammo di nuovo, era il solito panorama che avevamo visto tante volte, cosa c'era di nuovo? Boh.

"𝐺𝑢𝑎𝑟𝑑𝑎𝑡𝑒" ripeté, “𝐺𝑢𝑎𝑟𝑑𝑎𝑡𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑐𝑜𝑙𝑜𝑟𝑖“ In effetti aveva ragione. Era una mattina luminosa, la visuale era perfetta per chilometri e chilometri, si distingueva bene perfino la sella del diavolo e il colle di San Michele a Cagliari e il mare antistante Sarroch.
Nelle aree circostanti la Giara il verde brillante della primavera nelle sue varie gradazioni dominava su tutto.
Qua' e là chiazze rosse di campi di sulla e papaveri, altre chiazze giallo-oro di senape selvatica e di qualche campo sperimentale coltivato a colza, qualche altra piccola macchia azzurra di fiori di cicoria e varie altre sfumature di colori.

🍃 "𝑄𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑛𝑜𝑛 𝑒̀ 𝑢𝑛 𝑝𝑎𝑛𝑜𝑟𝑎𝑚𝑎 𝑜𝑟𝑑𝑖𝑛𝑎𝑟𝑖𝑜, 𝑒̀ 𝑙𝑎 𝑡𝑎𝑣𝑜𝑙𝑜𝑧𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝑢𝑛 𝑝𝑖𝑡𝑡𝑜𝑟𝑒!"
Disse fissandoci uno a uno, "𝑟𝑎𝑔𝑎𝑧𝑧𝑖! 𝑉𝑜𝑖 𝑑𝑜𝑣𝑒𝑡𝑒 𝑣𝑒𝑛𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑖 𝑐𝑟𝑜𝑚𝑎𝑡𝑖𝑠𝑚𝑖!" concluse, col tono deciso di chi crede fermamente in quello che dice.
La sua esortazione cadde poveramente nel vuoto tra sguardi straniti, sorrisetti e battutine sarcastiche. Noi, che a malapena conoscevamo il significato di cromatismi, non eravamo certo pronti a capire appieno la sua "strana" considerazione.

🍃 Solo in seguito abbiamo assimilato quel che, con tanta enfasi, intendeva comunicarci: "𝑜𝑙𝑡𝑟𝑒 𝑎𝑖 𝑐𝑎𝑣𝑎𝑙𝑙𝑖𝑛𝑖, 𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑝𝑎𝑙𝑢𝑑𝑖, 𝑎𝑙𝑙'𝑎𝑟𝑐ℎ𝑒𝑜𝑙𝑜𝑔𝑖𝑎 𝑣𝑜𝑖 𝑎𝑣𝑒𝑡𝑒 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑜 𝑑𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑚𝑢𝑜𝑣𝑒𝑟𝑒, 𝑝𝑢𝑏𝑏𝑙𝑖𝑐𝑖𝑧𝑧𝑎𝑟𝑒 𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑜𝑟𝑟𝑒 𝑎𝑖 𝑡𝑢𝑟𝑖𝑠𝑡𝑖 𝑑𝑖 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑑𝑜𝑣𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑐𝑜𝑛𝑣𝑖𝑛𝑐𝑒𝑟𝑙𝑖 𝑎 𝑣𝑒𝑛𝑖𝑟𝑒 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑣𝑜𝑠𝑡𝑟𝑒 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑖".

🍃 Forse l'esortazione "visionaria" del dottor Siro Vannelli oggi, dopo tantissimi anni, è più attuale e realistica che mai.

(📸: foto e testo di Antonello Piras)

🌾 𝑰𝑺 𝑨𝑹𝑮𝑰𝑶𝑳𝑨𝑺 🌾✨ In Villa Asquer, una Sala è dedicata alle fotografie storiche del lavoro nelle 𝐴𝑟𝑔𝑖𝑜𝑙𝑎𝑠 (le aie) di Tui...
07/06/2025

🌾 𝑰𝑺 𝑨𝑹𝑮𝑰𝑶𝑳𝑨𝑺 🌾

✨ In Villa Asquer, una Sala è dedicata alle fotografie storiche del lavoro nelle 𝐴𝑟𝑔𝑖𝑜𝑙𝑎𝑠 (le aie) di Tuili.

✨ 𝐼𝑠 𝐴𝑟𝑔𝑖𝑜𝑙𝑎𝑠 erano dei terreni comunali, gravati da uso civico, divisi in base ai proprietari terrieri che dovevano pagare un affitto al Comune per poterne disporre nel periodo del raccolto. Di solito era un benatzu, cioè un terreno che d’inverno si allagava con le piogge, per cui non coltivabile. Is argiolas erano sorvegliate dai castiadoris, che avevano il compito di vigilare che non venisse rubato il raccolto o danneggiato con l’introduzione di bestiame; la notte sorvegliavano, di giorno aiutavano anche nel lavoro. Venivano pagati dai proprietari terrieri con parte del raccolto o, in alcuni casi, in denaro.

✨ Is Argiolas venivano usate per i legumi e i cereali, qui a Tuili in particolare per il grano, la nostra ricchezza più importante. Si iniziava a maggio con i legumi e si continuava in estate con il grano: i contadini portavano il raccolto con i carri nelle aie, abbiganta (creavano un alto cumulo) e, una volta secco, spaianta (lo distribuivano nel terreno). A questo punto si treulada (separazione della granella dalla paglia) con l’utilizzo dei buoi a cui veniva legata sa pedra po treguai (una grossa pietra) oppure dei cavallini della Giara, che venivano adoperati anche nel Campidano.

✨ Infine, il tutto veniva accumulato in un mucchio chiamato sa rega e si aspettava il vento favorevole per bentulare: con pale di legno e trebutzu (forcone) si lanciava il grano in aria così da far volare via la paglia.
In seguito si utilizzava sa scova de asroba, fatta con i lunghi rametti di siliqua (anagiride, detto anche “legno puzzo”), a cui veniva data la caratteristica forma a “L” e serviva per togliere le impurità da legumi e cereali che, con la sola ventilatura, non si era riusciti a fare.

✨ In ultimo, il raccolto veniva insaccato e incungiau, cioè portato a casa e conservato nei staulis, mansarde con pavimento di tavole in legno. Oggi la mietitrebbia ha preso il posto di tutto questo lavoro, speriamo non ne prenda il posto anche nella nostra memoria!

(📸: foto di Cristiana Melis)

🛤️ 𝐋𝐚 𝐯𝐞𝐜𝐜𝐡𝐢𝐚 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐝𝐚 𝐟𝐞𝐫𝐫𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐆𝐞𝐬𝐭𝐮𝐫𝐢 🛤️✨ Il territorio di Gesturi è attraversato da un’antica ferrovia dove ponti, so...
05/06/2025

🛤️ 𝐋𝐚 𝐯𝐞𝐜𝐜𝐡𝐢𝐚 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐝𝐚 𝐟𝐞𝐫𝐫𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐆𝐞𝐬𝐭𝐮𝐫𝐢 🛤️

✨ Il territorio di Gesturi è attraversato da un’antica ferrovia dove ponti, sottopassaggi, cavalcavie e gallerie hanno resistito al trascorrere del tempo, ma che oggi lasciano libero accesso a greggi che, lente attraversano sotto queste imponenti strutture di pietra.

✨ Una galleria in particolare, sovrastata dal ponte di Genna Forra, riporta la data 1914 ed è mirabilmente decorata, all’esterno, con bassorilievi nell’arenaria dei blocchi che la compongono. Lungo la linea ferroviaria, disarmata ormai da più di mezzo secolo, appaiono dislocate, e in rovina, anche altre strutture, quali caselli, piccoli fabbricati abitati dai casellanti appunto, posti a guardia degli immediati passaggi a livello e collegati con le stazioni sia a monte che a valle della linea ferroviaria cui era preposta la sorveglianza. In buono stato di conservazione invece l’antica stazione posta all’estrema periferia settentrionale del paese.

✨ Nel secondo dopoguerra la Isili-Villacidro fu tra le prime ferrovie secondarie sarde ad essere destinate alla sostituzione delle relazioni con autolinee, nel 1956 cessò infatti l’attività sulla linea. Lo sbuffo dei treni a carbone è solo un vivo ricordo degli anziani di Gesturi.

Venite a trovarci, scoprirete queste e tante altre curiosità! 😎

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🐎 Fondazione Altopiano della Giara 🐎
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Web 🌐 fondazionegiara.org

🍃 𝐈𝐋 𝐂𝐈𝐒𝐓𝐎 🍃🪴 Il 𝐶𝑖𝑠𝑡𝑢𝑠 𝑚𝑜𝑛𝑠𝑝𝑒𝑙𝑖𝑒𝑛𝑠𝑖𝑠; 𝑐𝑖𝑠𝑡𝑜 𝑚𝑎𝑟𝑖𝑛𝑜; 𝑚𝑢𝑟𝑑𝑒𝑔𝑢 è senza dubbio la specie arbustiva spontanea più diffusa ne...
04/06/2025

🍃 𝐈𝐋 𝐂𝐈𝐒𝐓𝐎 🍃

🪴 Il 𝐶𝑖𝑠𝑡𝑢𝑠 𝑚𝑜𝑛𝑠𝑝𝑒𝑙𝑖𝑒𝑛𝑠𝑖𝑠; 𝑐𝑖𝑠𝑡𝑜 𝑚𝑎𝑟𝑖𝑛𝑜; 𝑚𝑢𝑟𝑑𝑒𝑔𝑢 è senza dubbio la specie arbustiva spontanea più diffusa nei nostri ambienti e ci regala, in questo periodo, delle fioriture spettacolari.

🪴 È una pianta pioniera molto importante, infatti è la prima che ricresce dopo un incendio e favorisce con la sua presenza una successiva proficua colonizzazione di altre specie erbacee, arbustive e arboree.

🪴 Il cisto è rifiutato dal bestiame, probabilmente a causa delle foglie viscose, appiccicose e molto aromatiche, ed è successo, nel passato, che qualche allevatore inesperto e poco avveduto abbia tentato di liberarsene appiccandogli fuoco, il risultato è sempre controproducente per le attese dell' incendiario. Infatti dopo un incendio il cisto ricresce più abbondante e rigoglioso di prima in quanto la germinabilità dei suoi semi aumenta notevolmente se vengono sottoposti alle alte temperature del fuoco per alcuni istanti.

🪴 Oggi la pianta è caduta in disuso ma fino a pochi decenni fa, quando ancora nei nostri paesi in quasi tutte le famiglie si faceva il pane nel forno di casa, era molto ricercata per il suo alto potere calorifico. Si saliva sulla Giara per raccoglierlo. I pochi che se lo potevano permettere si avvalevano del carro trainato dai buoi per farne provvista o per rivenderlo, gli altri, i meno abbienti, salivano sull'altopiano a piedi e portavano a casa, a spalla per chilometri, una fascina di cisto per volta.
Un lavoro a dir poco massacrante, secondo i canoni a cui oggi siamo, per nostra fortuna, abituati.
Il compito era affidato soprattutto alle donne e ai ragazzini, dal momento che gli uomini erano costantemente impegnati nei lavori dei campi e nell'allevamento del bestiame.

🪴 In simbiosi col cisto, oltre ad un fungo molto conosciuto e apprezzato in Sardegna: 𝐋𝐞𝐜𝐜𝐢𝐧𝐞𝐥𝐥𝐮𝐦 𝐜𝐨𝐫𝐬𝐢𝐜𝐮𝐦; 𝑏𝑜𝑙𝑒𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑐𝑖𝑠𝑡𝑜; 𝑐𝑜𝑟𝑑𝑜𝑙𝑖𝑛𝑢 𝑑𝑒 𝑚𝑢𝑟𝑑𝑒𝑔𝑢, vive una particolarissima piantina, il 𝐂𝐲𝐭𝐢𝐧𝐮𝐬 𝐡𝐲𝐩𝐨𝐜𝐢𝐬𝐭𝐢𝐬; 𝑖𝑝𝑜𝑐𝑖𝑠𝑡𝑜; 𝑐𝑎𝑏𝑜𝑛𝑖𝑠𝑐𝑢 𝑑𝑒 𝑚𝑢𝑟𝑑𝑒𝑔𝑢 (galletto del cisto), il nome sardo è dovuto probabilmente a una certa somiglianza, soprattutto nel colore e nella consistenza, alla cresta del gallo.
La piantina, i cui fiori sembrano spuntare direttamente dal terreno, è abbastanza comune nei mesi di aprile-maggio, minuscola e molto bella a vedersi, è priva di clorofilla e radici proprie e vive parassita sulle radici del cisto.

🪴 Sulla Giara sono presenti, con numeri molto inferiori, anche altre 2 specie di cisto: il 𝐂𝐢𝐬𝐭𝐮𝐬 𝐬𝐚𝐥𝐯𝐢𝐟𝐨𝐥𝐢𝐮𝐬; 𝑐𝑖𝑠𝑡𝑜 𝑓𝑒𝑚𝑚𝑖𝑛𝑎; 𝑚𝑢𝑟𝑑𝑒𝑔𝑢 𝑓𝑒𝑚𝑚𝑖𝑎 e il 𝐂𝐢𝐬𝐭𝐮𝐬 𝐢𝐧𝐜𝐚𝐧𝐮𝐬; 𝑐𝑖𝑠𝑡𝑜 𝑟𝑜𝑠𝑎; 𝑚𝑢𝑟𝑑𝑒𝑔𝑢 𝑎𝑟𝑟𝑢𝑏𝑖𝑢.
Entrambe le specie sono facilmente riconoscibili, la prima per via delle foglie che, come si intuisce dal nome scientifico, sono simili a quelle di una salvia, la seconda per il fiore roseo con petali molto delicati, vellutati, quasi trasparenti.

(📸: foto e testo di Antonello Piras)

🧢 𝐌𝐎𝐍𝐔𝐌𝐄𝐍𝐓𝐈 𝐀𝐏𝐄𝐑𝐓𝐈 a 𝐓𝐔𝐈𝐋𝐈 (31 maggio - 1 giugno 2025) 🧢✨ Tuili, un fine settimana di storia, natura e comunità. Anche q...
02/06/2025

🧢 𝐌𝐎𝐍𝐔𝐌𝐄𝐍𝐓𝐈 𝐀𝐏𝐄𝐑𝐓𝐈 a 𝐓𝐔𝐈𝐋𝐈 (31 maggio - 1 giugno 2025) 🧢

✨ Tuili, un fine settimana di storia, natura e comunità. Anche quest’anno Monumenti Aperti ha trasformato Tuili in un palcoscenico di cultura viva e condivisa.

👩‍🏫 Protagonisti assoluti gli alunni delle scuole di Tuili e Gesturi, vere e proprie guide d’eccezione, affiancati da insegnanti, famiglie e dalla sempre preziosa Fondazione Altopiano della Giara.

🏛️ Dai tesori d’arte della Villa Asquer, al maestoso Retablo del Maestro di Castelsardo nella Chiesa di San Pietro, fino alla spiritualità della Chiesa di Sant’Antonio e agli itinerari tra le architetture tradizionali del centro storico.

🥾 Emozionanti anche gli spettacolari trekking sull’Altopiano della Giara, tra natura incontaminata, panorami mozzafiato e antiche suggestioni.

💙 Un grazie speciale al personale comunale e alla vigilessa Valentina Sini, instancabile nel tenere unite energie, idee e persone: bambini, ragazzi, genitori, insegnanti… tutti parte di un’unica, grande comunità.

👏 Complimenti a tutti per l’impegno, la passione e la capacità di raccontare – con gli occhi e con il cuore – il valore del nostro territorio.

Con l’inizio del caldo, tutto il giorno, dove non ci sono paludi vicine, i cavalli stanno all’ombra, sia per il fastidio...
02/06/2025

Con l’inizio del caldo, tutto il giorno, dove non ci sono paludi vicine, i cavalli stanno all’ombra, sia per il fastidio delle mosche che per le temperature…e come comincia a calare la sera, escono fuori per dissetarsi e riprendere a pascolare! 🐎✨🍃

(📸: foto di Mario Melis)

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