10/05/2025
L'assedio di Siracusa fu un episodio cruciale della Seconda Guerra Punica, che vide Roma contrapposta a Cartagine. Siracusa, una potente città greca in Sicilia, inizialmente alleata di Roma sotto il re Ierone II, cambiò schieramento dopo la sua morte, finendo sotto l'influenza di una fazione filo-cartaginese.
Roma, vedendo questa mossa come una minaccia, inviò un imponente esercito e flotta guidati dal console Marco Claudio Marcello per assediare la città. Siracusa era notoriamente ben fortificata, ma la sua difesa fu potenziata in modo straordinario dall'opera di Archimede, il celebre matematico, fisico e inventore che risiedeva in città.
È in questo contesto che entra in gioco la leggenda degli specchi ustori. Secondo racconti successivi all'epoca dell'assedio (le prime menzioni significative appaiono secoli dopo), Archimede avrebbe utilizzato un ingegnoso sistema di specchi per difendere la città. La narrazione più popolare descrive l'uso di grandi specchi, talvolta multipli e piani, orientati in modo tale da concentrare i raggi solari sulle navi romane che si avvicinavano alle mura. Questa concentrazione di energia solare avrebbe dovuto incendiare il legno delle navi, costringendo i Romani a ritirarsi.
Archimede è accreditato di aver sviluppato diverse macchine da guerra innovative per difendere Siracusa. Oltre ai presunti specchi, si parla di catapulte con una gittata e potenza eccezionali, e della "mano di Archimede" o "artiglio", una sorta di gru con un gancio che sollevava e rovesciava le navi nemiche. È importante notare che i resoconti contemporanei dell'assedio, come quelli di Polibio, non menzionano specificamente l'uso di specchi ustori. Le prime descrizioni dettagliate appaiono in autori successivi, come Luciano di Samosata (II secolo d.C.) e Antemio di Tralle (VI secolo d.C.).
La possibilità che un tale dispositivo potesse realmente incendiare navi a distanza è stata a lungo dibattuta. Esperimenti moderni hanno dimostrato che concentrare sufficiente energia solare per incendiare legno bagnato a distanza significativa sarebbe estremamente difficile, se non impossibile, con la tecnologia disponibile all'epoca. Richiederebbe specchi di dimensioni enormi e un allineamento perfetto mantenuto su bersagli in movimento. Alcuni studiosi suggeriscono che Archimede potrebbe aver utilizzato specchi per accecare o abbagliare i marinai romani, creando confusione. Altri pensano che la leggenda possa essere una successiva elaborazione di altre armi incendiarie che Archimede potrebbe aver sviluppato. Indipendentemente dalla veridicità della storia degli specchi ustori, è certo che le invenzioni di Archimede giocarono un ruolo significativo nel prolungare l'assedio di Siracusa per circa due anni, sorprendendo e ostacolando le forze romane.
Testo e foto di Travel Sicily